INDIANA JONES E IL SEGRETO DELLA DAMA DI ELCHE

A fine 800 un contadinello scopre un busto; quando la statua viene estratta dalla terra sabbiosa che la copre, un adulto si accorge che contiene una nicchia con una mappa. Senza farsi accorgere se ne appropria, tuttavia non riesce a decifrarla ed appropriarsi del tesoro. Nel 1958 Indiana Jones arriva sul posto richiamato da una lettera della nipote del contadino. Non è il solo ad interessarsi alla ricerca: sulle sue tracce c’è un boss locale con i suoi scagnozzi…Tra i tanti fanfilm dedicati a Indiana Jones, uno veramente spassoso è Indiana Jones e il segreto della Dama di Elche (Indiana Jones y el secreto de la Dama de Elche). E’ stato diretto da David Cossìo Ferrari e, pur con i limiti di un prodotto privo di finalità commerciali, ha un garbo tutto suo e una confezione comunque professionistica che garantisce divertimento senza troppe riserve ai fan del celebre archeologo. E’ in castigliano, e ci sono i sottotitoli in molti idiomi per i più pigri, in quanto è di comprensione abbastanza facile e i sottotitoli occupano parte dell’inquadratura.
La sceneggiatura, pur non potendo competere con i fasti di Hollywood, pure assembla una storia dal ritmo vivace, con tantissima ironia e un briciolo di humor macabro che è proprio della saga ufficiale. Lo stile narrativo è imitato alla perfezione, complice la colonna sonora che rivisita i temi famosi ma che è in parte confezionata su misura delle sequenze. Come nei film, c’è un antefatto nel passato, arriva Indy e parte la caccia al tesoro, con equivoci, scazzottate e una meritata chiusura nel presente.
Indiana Jones e il segreto della Dama di Elche è diretto, la macchina da presa è utilizzata con mano sicura e le sequenze sono montate con brio.
Oltre alla passione per l’eroe di Spielberg, c’è professionalità e ci sono scelte intelligenti, prima tra tante, aver scelto di ambientare l’avventura in un paesino della Spagna poco toccato dalla modernità. L’avventura è quindi a kilometro zero, evitando ricostruzioni pacchiane di chissà quali località esotiche. La statua misteriosa esiste per davvero, è stata realizzata 2500 anni fa dagli Iberici e il fan film richiama la curiosità del turista interessato alla storia e all’arte.
L’altra carta vincente giocata da Cossìo Ferrari è la vocazione umoristica, che tampona alla goffaggine dei combattimenti e regala una vena fumettistica alla vicenda. Non ci sono effetti speciali o quasi, le scenografie sono quelle di una camera da letto arredata con mobili di piccolo antiquariato liberty o le vie del paesino, o le dune con la sabbia e le palme. Tanto è, ma basta e avanza per far sognare !
I combattimenti a suon di cazzotti hanno il giusto tono caricaturale, spesso sono risolti con colpi scorretti o col provvidenziale intervento della coprotagonista che salva la vita a Indy in più di un’occasione.
I momenti umoristici abbondano, con le gag del prete di paese che prova a sedare una scazzottata ma a primo sparo si chiude nella chiesa o viene interrotto durante la confessione nel cimitero del paese, i nonni che osservano serafici Indy che chiude una ragazza in un negozio con una scopa inserita nella porta d’ingresso del supermarket, la macchina d’epoca utilitaria… La fine degli avversari ha sempre un tono sospeso tra il macabro e il parodistico, con sabbie mobili che inghiottono prima una persona e poi le scarpe puzzolenti di un avversario tramortito. Più tardi un serpente corallo sbuca dalla cassa del tesoro e morde il villain di turno mentre Indy non si avvicina per prestargli soccorso e si scusa con la compagna inorridita dall’agonia dell’uomo dicendo che è tardi e il veleno agisce in fretta.
Tutti se la cavano più che degnamente a recitare, e il cast è ricco ed assortito.
Ci si dimentica presto di quanto il protagonista Ruben Escudero assomigli poco a Harrison Ford. Inoltre, a quale Indiana Jones ispirarsi, a Harrison Ford quello dei tempi d’oro o l’ottantenne del Quadrante del Destino, o peggio ancora la versione sessantenne, troppo giovane per apparire un anziano avventuriero e toppo fuori forma per fare finta d’essere giovane? Il regista non ha avuto dubbi, è passato sopra al lato cosplay e è andato al sodo, riportandoci almeno nello spirito l'Indiana Jones dei primi tre film. Ci sono ovviamente tutte le altre caratteristiche dell’eroe: Indiana Jones è spaccone e fa colpo sulle donne, è coraggioso ma a volte imbranato e se la cava per fortuna, perché aiutato al momento giusto; usa la frusta più che la pistola e prima ancora sfrutta l’ingegno.
Le ragazze sono graziosissime bellezze acqua e sapone invece che dive da tappeto rosso, i comprimari caratteristi scelti per la loro fisicità.

Tanto di cappello a questo piccolo grande film, capace di regalare cinquanta minuti di risate e evasione intelligente.

GUARDALO QUI : https://www.youtube.com/watch?v=KPQD80MlM8g

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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