SOGNI PROIBITI

Gli Stati Uniti d’America erano usciti dalla Seconda Guerra mondiale vittoriosi, o almeno, quella era l’immagine di potenza, ricchezza e benessere che la Nazione voleva esportare nel resto del mondo. La realtà quotidiana per molti cittadini americani era ben diversa, con un Paese impegnato a rialzarsi dal conflitto, con tanti soldati caduti al fronte, con fabbriche da riconvertire a usi civili. La gente doveva poter sperare di poter ribaltare la propria condizione economica e sociale, aveva bisogno di ottimismo e leggerezza. Il musical e le commedie brillanti piacevano proprio perché allontanavano per un po’ i problemi di ogni giorno, con scenografie appariscenti e vicende che andavano sempre a finire bene.
Walter Mitty, protagonista del film Sogni proibiti (The Secret Life of Walter Mitty) diretto da Norman Z. McLeod nel 1947 incarna tutti i desideri inconfessabili della gente comune, degli anni Cinquanta e anche di oggi. Walter è un giovane uomo che corregge bozze di romanzi pulp. A differenza dei protagonisti dei libri da strapazzo che revisiona, è un giovane timido che vive in periferia con una madre oppressiva che lo comanda a bacchetta. La fidanzata Geltrude Griswald è antipatica e lo umilia in ogni possibile maniera, incluso flirtare sotto i suoi occhi con Tommy Watson, un altro giovanotto. Sottomesso nel lavoro all’editore Pierce che sfrutta le sue idee e gli nega il minimo riconoscimento, goffo e dotato di scarsa memoria, sminuito in qualsiasi aspetto della vita privata, Walter si rifugia in un mondo di fantasia dove è indiscusso protagonista. Basta una frase evocativa, un’immagine, un oggetto, e lui lascia la deprimente realtà e diventa un giocatore di carte sul Mississippi, un chirurgo di fama mondiale, un aviatore, uno stilista… fino a quando parenti o colleghi lo riportano coi piedi per terra. Di delusione in delusione, la sua vita scorre sui binari della mediocrità, fino al giorno in cui incontra la bellissima Rossana van Hoorne, femme fatale che lo trascina in una spy story vera…

Sogni Proibiti è una pellicola datata per molti aspetti, eppure rivista oggi sembra essere invecchiata meglio di quanto non ci si potrebbe attendere. Sono trascorsi quasi ottanta anni dal primo debutto in sala, e ogni sequenza è un salto nel tempo, verso gli anni del lindy hop, dei colorati musical hollywoodiani, quando era impensabile non indossare giacca e cravatta o cappelli di forma strana per le signore, almeno nelle città. La stessa fotografia è caratterizzata da colori intensi e luminosi, capaci di trasmettere ottimismo anche nelle sequenze meno allegre.
L’intreccio spionistico è molto semplice, creato da persone che amano la commedia e il vaudeville ma hanno poca esperienza con gialli e intrighi. Spesso il film ha parti finalizzate unicamente a inserire i numeri dell’attore protagonista, il ballerino\attore\cantante Danny Kaye all’apice della sua celebrità. Nel 1947 questo attore e la sua recitazione molto fisica piacevano molto. Nessuno protestava se di azione nel film se ne vedeva poca, e quelle poche sequenze erano quanto di meno verosimile si potesse mettere in scena; era una commedia e non era un noir hard boiled con pupe e gangster. Gli spettatori volevano dimenticae le preoccupazioni, forse erano meno esigenti oppure si godevano la mimica straordinaria di Kaye, le gag col ‘cattivo’ interpretato con grande autoironia dall’icona del cinema horror Boris Karloff, i sogni con la bellissima donna ideale (Virginia Mayo).
E’ ovvio che gli sceneggiatori (Ken Englund, Everett Freeman, Philip Rapp) hanno voluto sfruttare al massimo tutte le abilità artistiche di Kaye. Hanno così espanso le poche pagine del racconto di James Thurber The Secret Life of Walter Mitty, trasformandolo in una sceneggiatura ben più ampia in modo da ottenere tempi da lungometraggio. La vicenda richiede allo spettatore di oggi lo sforzo necessario ad accettare un impianto narrativo di tipo teatrale, con ambienti artificiosi, pochissimi esterni e tanti set ricostruiti in studio. Una buona parte del film è composta dai coloratissimi sogni del protagonista, e bisogna passare la metà della vicenda per veder decollare la spy story, che giunge alla conclusione in un meritato crescendo. Alcune trovate sono ancora attuali: quelle che riguardano la vita quotidiana di un modesto scribacchino in una casa editrice, le splendide cover di libracci pulp, la mimica efficace e buffa di Kaye, le disavventure nel reparto animali di un centro commerciale, i goffi tentativi di imitare gli eroi dei libri. La serata con la fidanzata e l’amico ha invece un umorismo crudele, che fa toccare con mano cosa sia il bullismo anche settanta anni prima che la parola entrasse nel linguaggio comune.
Dietro alla trama esile, ai numeri da vaudeville e alle canzoni – peraltro doppiate in Italiano con adattamenti discutibili a meno di vedere il film in lingua originale - ci sono riflessioni molto meno ingenue. La pellicola celebra il ruolo della fantasia, evidenzia l’importanza di questa valvola di sfogo e lascia allo spettatore il compito di chiedersi se valga la pena di abbandonarsi all’illusione consolatoria oppure sia preferibile accettare una verità amarissima. I sogni proibiti sono quanto permette a Walter di sopravvivere a un mondo deprimente dove pare mancare qualsiasi occasione di riscatto. Il povero giovane è consapevole che le sue sono solo fantasticherie, e si rende conto di come gli altri lo deridono per le sue ‘assenze’, per la goffaggine nei rapporti sociali, per il doloroso senso di inadeguatezza. Nonostante il doloroso bullismo che subisce, Walter ha bisogno di sognare proprio come un alcolizzato si attaccherebbe al fiasco, ha bisogno di protagonismo e magari non ha tutte le doti necessarie per conquistarsi un posto in prima fila. La fantasia è un’arma a doppio taglio, fa sentire meno il male di vivere e allo stesso tempo rende più vulnerabili in quanto il distacco dalla realtà è solo una boccata d’ossigeno. A Walter Mitty capita l’occasione d’oro, riesce a concretizzare il suo bisogno di auto affermazione e si riscatta. Il bello è che sconfigge i criminali senza snaturarsi, prende le sue decisioni ardite identificandosi finalmente negli eroi della letteratura pulp e ha paura. Walter però non è incapace per davvero: tutti lo hanno convinto di non valere, mentre può essere un giovane atletico e sensibile, e piacente. Rimossi i blocchi psicologici dovuti al vissuto familiare e sociale, può spiccare il volo e a quel punto non ha più bisogno della fantasia per andare avanti, la realtà è più appagante di qualsiasi altra invenzione. Altre persone potrebbero essere meno fortunate di Walter e restare prigioniere di una realtà ancora più squallida, alienarsi come Sam Lowry, l’umile impiegato del Ministero dell'Informazione nel futuro distopico di Brazil di Terry Gilliam. Sogni Proibiti è una garbata fiaba con un dolce lieto fine annunciato da tanti dettagli, dal tono comico, dalle gag, e quindi il protagonista riprende in mano la sua vita, incastra il colpevole, viene promosso dall’editore che ammette di avergli sottratto idee vincenti… conquistando anche l’amore di Rossana. L’analisi psicologica di Walter, uomo succube della madre e di donne che non capiscono la sua natura sognante, bullizzato dai pari, schiacciato dal sistema, è tutt’altro che naif. La sua è una vicenda tragicomica e il riscatto finale in parte stempera la situazione; oggi probabilmente Walter si sarebbe affidato a qualche videogioco altamente immersivo, oppure si sarebbe visto nei panni di un eroe videoludico, forse sarebbe diventato un hikikomori. Il bisogno di essere protagonisti per davvero caratterizza anche il terzo millennio, con i social e personaggi effimeri che s’illudono di vivere nello spazio di un click. Guardando i Sogni Proibiti si ride ancora con intelligenza, senza bisogno di volgarità gratuite, con uno sguardo sognante che non cancella la realtà più deprimente. Evidentemente ci sono ancora tanti Walter Mitty in giro e la modernità del personaggio ha ispirato remake e personaggi analoghi, senza però avere lo stesso garbo.

 

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

Questa recensione è stata edita da questo sito. Vuoi adottarla ? contatta Cuccussette su Facebook o Florian Capaldi

LEGGI ALTRO FANTASY

HOME