DOCTOR WHO - FAN FILMS - RESURRECTION
Doctor Who: Ghosts and Conquerors è un cortometraggio fan film dedicato al famoso personaggio che da ormai sessanta anni fa sognare telespettatori di tutte le età.
Nell’America di frontiera, in tempi non troppo distanti dai nostri, l’avventuriera Kat (Rachel Warren) assiste all’atterraggio del Tardis e incontra il Dottore. Ci sono anomalie tra le montagne selvagge e sembrano provenire da una baita che secondo Kat sarebbe comparsa dal nulla tempo prima. L’avventuriera e il Dottore vanno ad accertarsi e il mistero si infittisce perché proprio come il Tardis, anche la baita è più grande dentro che fuori… e abitata dal pericoloso Alrick (Gabe McDermott ).
Che questo cortometraggio diretto da Trevor Van Winkle sia una produzione amatoriale, lo si vede al primo impatto. La macchina da presa talvolta sembra fuori controllo, la fotografia di Liam Boehning è più o meno quella che si può ottenere con uno smartphone, la pistola è vistosamente un giocattolo e non ci sono effetti speciali, né raffinati né grossolani a parte la sigla e l’uso dell’iconico cacciavite sonico..
Il protagonista imita David Tennant e il suo Decimo Dottore: capisco l’omaggio a quello che per tanti è il Dottore preferito, anche se confrontarsi con la versione più amata dell’era moderna è una sfida paragonabile a una partita tra la Juventus e i Gatti Randagi di Barga. In un’ottica da fan è però comprensibile il voler imitare il personaggio preferito piuttosto che crearsi un ‘proprio’ Dottore.
Il video ha almeno nove anni, non c’era ancora stato il Flux o la rivelazione del Timeless Child. Essa prevede tantissime incarnazioni del protagonista e in pratica rende quasi canoniche tante opere derivate. E’ comprensibile come molti fan si sentissero quasi obbligati a riprodurre magari in modo goffo il personaggio preferito tra quelli presentati dal telefilm.
Se si accetta un’estetica e una logica da cosplay, ovvero si interpreta chi ci piace e si cerca di assomigliare senza troppe pretese, E. Bellamy si dà da fare, sia come aspetto, sia come recitazione. Funziona peggio l’avventuriera, perché appare più impacciata e anche perché del Decimo Dottore gli spettatori conoscono i tratti caratteristici mentre Kat è una sconosciuta e tale resta. Non c’è tempo per attribuirle un carattere con un copione interessante, né i set usati – una foresta, una radura con alcune casette di legno, la spoglia baita – possono darci informazioni su chi sia, come viva…Solo l’epilogo con il rifiuto di seguire i Dottore per vivere avventure ci comunica che in fondo Kat è molto felice di vivere così come vive. Il personaggio di Bennie (Austin Van Winkle, probabilmente parente del regista) è praticamente una comparsata che poteva quasi evitarsi, in quanto non ha peso negli eventi.
Le ingenuità riguardano alcuni aspetti della vicenda, non tutti determinati dalla povertà dei mezzi di cui di solito dispone una produzione amatoriale e questa in particolare. Bennie non si scompone vedendo arrivare il Tardis, come se fosse un avvenimento abituale veder materializzare dal nulla una cabina del telefono della Polizia britannica. Il Dottore non fa una piega a vedersi puntata addosso una pistola di grosso calibro, quasi ignorasse i possibili effetti di una pallottola. Quando l’avversario risucchia l’energia vitale dal Dottore e intima a Bonnie di fuggire, la ragazza invece di scappare dalla porta d’ingresso o cercare di soccorrere il suo nuovo amico, sale le scale perché pur essendo una terrestre sa già cosa fare contro l’avversario. Nonostante le ingenuità, il quarto d’ora scorre veloce, a patto di non avere pretese.
Cuccussette vi ringrazia della lettura.
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