REAL - GHOSTBUSTERS TALE

REAL! – A Ghostbusters Tale è un fan film di nuova generazione dedicato agli Acchiappafantasmi.
A differenza di tanti altri film ispirati ad opere create da terzi e messi insieme con passione e buona volontà da gente che giocava a fare cinema o si arrabattava, questa pellicola è stata creata da appassionati che nella vita sono attori e doppiatori professionisti, o esperti nei mestieri del cinema. Le persone coinvolte sono state scelte per le loro capacità, ed anche se c’è stato un crowfunding per raccogliere parte della cifra necessaria, la qualità narrativa è paragonabile a quella di tanti titoli distribuiti al cinema. Niente è meglio di un attore che sia a sua volta fan: bisogna crederci, e talvolta i soldi di un cachet non sono sufficienti a far sbocciare affetto sincero e conoscenza dell’ambientazione. Il progetto Real – A Ghostbusters Tale nasce da un sogno di Edoardo Stoppacciaro, cresciuto negli anni Ottanta con il cartone animato The Real Ghostbusters. Ha coinvolto i colleghi Marco Fumarola e Fabio Cavalieri,  ha scritto la sceneggiatura insieme a Valerio Albasini Di Giorgio, e poi ha dato il via al crowfunding. La gente ha risposto all’appello e il sogno, dopo venticinque giorni di riprese tra Roma e Viterbo, si è fatto realtà.
Il grande pregio di questo film è dato dalla gestione del soggetto: si racconta dei Ghostbusters nella loro versione italiana. Invece di ricostruire improbabili metropoli americane, la vicenda è ambientata a Roma, al giorno d’oggi. Il mistero è legato alla Porta Alchemica di Piazza Vittorio, il monumento esoterico più noto. C’è un forte legame con il territorio, come nella migliore tradizione horror italica che vuole la paura a chilometri zero, con il gotico padano, con la Torino esoterica, con le ambientazioni regionali ben definite. In questo caso il legame è con la storia romana, con la villa Pallavicini demolita per far spazio ai giardini pubblici ma con la porta e le statue egizie che ancora oggi raccontano il passato più magico dell’Urbe.
I protagonisti rappresentano tre tipi umani ben identificabili: un giovane professore universitario con incarico, un assistente di laboratorio, un nerd fancazzista studente fuoricorso. Si ironizza sulle condizioni di vita di questi uomini adulti ma lontani da sicurezze economiche, costretti a essere bamboccioni dall’indole, dalla precarietà lavorativa o dall’inseguire ambizioni che dirottano ogni energia verso una difficile meta.
Come nelle pellicole originali, c’è è un riuscito mix di commedia e sovrannaturale, con qualche momento spaventoso e con tante risate. L’umorismo è quello garbato che si può trovare in sitcom come Un Medico in Famiglia, rivisitato alla luce della vecchia commedia all’italiana ed applicato a situazioni sovrannaturali.
E’ merito della sceneggiatura che recupera la struttura narrativa tipica di tutti i film sugli Acchiappafantasmi e procede ben ritmata, senza lasciare pause o rallentamenti inutili. Sfrutta il linguaggio delle fiction nostrane, lo smonta e lo ricompone in modo originale, alternandolo con quello tipico dell’horror più soft ma non per questo meno spaventoso.
Sono protagonisti tre giovani uomini, Ludovico Tosi (Marco Fumarola), Simone Ruggeri (Fabio Cavalieri) e Davide Lancia (lo stesso Edoardo Stoppacciaro), che decidono di coabitare in modo da dividere le già pesanti spese dell’affitto. Trovano una casa antica, un appartamento ammobiliato in pieno centro che costa inspiegabilmente poco ed è il solo che possano permettersi. Inizialmente solo Simone e Davide credono ai fantasmi che appaiono a turbare le loro notti, ma quando anche Ludovico che è un professore di Fisica all’Università e dovrebbe possedere una mente razionale fugge sconvolto, è ovvio che la casa è infestata. Grazie alla guida di un Professore riescono a mettere insieme l’equipaggiamento adatto e a iniziare a ripulire casa. Un mistero nascosto nell’edificio li porterà a scontrarsi col fantasma di un pericoloso Alchimista (Alessandro Budroni) e dei suoi adepti.
Il personaggio di Susanna Tessitore (Lidia Perrone) è funzionale al dipanarsi degli eventi, non è un semplice contentino per gratificare l’occhio e inserire momenti romantici. Le pause che descrivono la vita quotidiana del trio solo apparentemente sembrano concessioni al gusto nazionalpopolare, o aggiunte che rallentano il ritmo. Ciascuno di questi momenti contiene un’informazione indispensabile per risolvere il mistero, e il tono leggero lascia affiorare questi dati importanti che alla fine compongono il puzzle e svelano il mistero.
Le citazioni si sprecano. I fantasmi hanno l’estetica di quelli del cartone animato The Real Ghostbusters, e il colloquio col Professore è un sentito omaggio che regala intense emozioni ai vecchi fan. Si danno per reali i fatti dei due primi film, eventi che nella finzione metacinematografica sono avvenuti e poi sono stati insabbiati perché scomodi. Si ricorda anche il triste destino della bibliotecaria spaventata dal fantasma nell’incipit del primo film.   
Costumi e equipaggiamenti sono quanto più simili possibile agli originali, dai pericolosissimi zaini protonici alla trappola, al dispositivo di stoccaggio che dovrebbe non saltare in aria. Non c’è la Ecto -1, sostituita da una sgangherata utilitaria; forse avrebbero potuto noleggiare la riproduzione, ma avrebbe avuto poco senso poiché parte del fascino della pellicola è aver inglobato la mitologia dei Ghostbusters in un contesto tutto italico.
Gli effetti speciali, realizzati in Italia e in Canada, hanno l’estetica kitsch degli anni Ottanta. Possono apparire rozzi rispetto a quanto oggi si ammira in film da sala. A parte il fatto che il film è privo di fini di lucro e quindi è low budget, c’è la scelta stilistica di essere fedeli all’estetica degli anni in cui sono nati i Ghostbusters.
Tanto impegno è stato premiato dalle tantissime visualizzazioni, ed anche dal riconoscimento della Ghost Corps, con tanto della firma di Ivan Reitman.
Real! A Ghostbusters Tale è un fan film, però di serie A.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

Questa recensione è ADOTTABILE !

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