STAR TREK CONTINUES
Fino a pochi anni fa i fan film erano produzioni ingenuissime, interpretate con buona volontà da fan spesso neppure vagamente somiglianti ai loro beniamini, con pochi mezzi e grandi approssimazioni sia nei costumi sia nelle scenografie. Oltretutto i fandom più attivi erano quelli ispirati da soggetti che richiedevano grandi mezzi per poter inscenare l’ambientazione, come Guerre Stellari, Doctor Who, Star Trek… Il risultato poteva piacere ai fan più irriducibili e a quanti si erano divertiti a confezionare questi goffi omaggi recitati alla buona e con costumi e scenografie inadeguate. Visti con sguardo disincantato e semplice curiosità non sostenuta dalla passione per questa o quella ambientazione, c’era di che sospirare e trattenersi dall’offendere il dilettantismo. La diffusione delle tecnologie ha però trasformato il desolante scenario.
Star Trek Continues è una fan serie no profit prodotta dalla collaborazione della Trek Continues, Inc. e della Dracogen dedicata ai viaggi dell’Enterprise. E’ stata girata tra il 2013 e il 2017, in undici episodi di durata variabile tra i quaranta e i cinquantacinque minuti.
E’ stata realizzata grazie a campagne di fundrising anche su Kickstarter, iniziativa detta dai fan Kirkstarter, e i mezzi hanno consentito un piccolo miracolo, permettendo la costruzione veri e propri studios e concretizzandosi in una produzione tutt’altro che amatoriale.
Vari registi, Chris White, James Kerwin, Julian Higgins e lo stesso Mignogna hanno diretto undici episodi in cui si respira per davvero l’aria del vecchio ponte dell’Enterprise. Il lavoro di Vic Mignogna e dei suoi collaboratori è quanto di più fedele sia mai stato realizzato riguardo alla Serie Originale.
Visivamente la fotografia replica i toni accesi visti in televisione, con colori squillanti e inquadrature analoghe.
La ricostruzione degli ambienti è impeccabile, con abbondanza di set diversi per i vari spazi dell’astronave ed effetti speciali retrò identici a quelli che a suo tempo fecero tanto sognare i telespettatori.
Le sceneggiature seguono lo schema del telefilm quattro parti con tanto di interruzione in nero usata per inserire le pause pubblicitarie.
Le musiche sono quelle originali, con poche aggiunte, usate nello stesso tipo di sequenze del passato.
Come allora, anche negli episodi di oggi si toccano temi sociali. Il vecchio Apollo torna ad essere una divinità quando riesce a fare del bene e può sbarcare in un pianeta con tecnologia simil medievale. L’aliena schiava Lolani trova il coraggio di sacrificarsi affinché le donne del suo pianeta si liberino dalla schiavitù. Kirk riflette su quale sia il vero ruolo di un leader e sui sensi di colpa che ha accumulato negli anni in tutte le occasioni in cui si è innamorato ma gli eventi gli hanno negato di potersi fare una vera famiglia. Catapultato in una delle più sanguinose battaglie della guerra civile, sottolinea il valore del battersi per la libertà; su un pianeta appoggia una donna come Capitano invece del suo amico Spock. Le riflessioni vengono porte allo spettatore con naturalezza, come è nello spirito di Star Trek: invece di un proselitismo fatto per far accettare i mutamenti sociali, vengono rese familiari persone dotate dei vissuti più diversi e ben caratterizzate che collaborano sfruttando al meglio le loro competenze e superando gli ostacoli dell’incomprensione.
Se i personaggi sono convincenti, in parte è dovuto alle scelte narrative del passato e in parte lo si deve alla bravura degli interpreti. Sono persone con esperienza nel mondo dello spettacolo, magari come parti secondarie in film da sala, o doppiatori come lo stesso Mignogna. In molti casi le guest star sono volti famosi della televisione, come Lou Ferrigno ( L’incredibile Hulk), Michael Forest ( Star Trek), Mark Rolston ( vari spin off ufficiali di Star Trek), Colin Baker ( il Sesto Doctor Who) o doppiatori professionisti come i personaggi principali. La professionalità in questo caso paga, poiché gli interpreti sono professionisti magari non di grande fama tuttavia a loro agio davanti alla macchina da presa. La recitazione addirittura imita lo stile del vecchio telefilm e Mignogna assomiglia molto a William Shatner, ciuffo e pancetta inclusa.
I personaggi principali sono quelli della serie classica, di cui è la continuazione: il capitano Kirk, l’ufficiale scientifico vulcaniano Spock, il medico di bordo Bones, Uhura, Sulu... I viaggi dell’Enterprise dovevano svolgersi in un arco di cinque anni, ma il telefilm ebbe solo tre stagioni. In questo caso a dare un epilogo sono i due ultimi episodi, che chiudono la missione quinquennale. L’idea può apparire limitante però i fan sanno dai film successivi che l’astronave è poi ripartita e l’equipaggio ha vissuto molte altre avventure. Inoltre le tre stagioni trasmesse non devono per forza coincidere con tre anni. Resta quindi la libertà di poter raccontare altre storie avvenute agli esploratori dello spazio.
Il risultato è paragonabile ad esso grazie a scelte narrative eccellenti, agli attori capaci e a un comparto tecnico che dà il meglio di sé. Anche non dovesse piacere la saga, questa fan serie ha dimostrato come possano esserci standard elevati anche nelle produzioni create per passione.
GUARDALO QUI https://www.youtube.com/playlist?list=PLhvh2eq-XLgqNxH6npvQxGxLCUHy90IpZ
Cuccussette vi ringrazia della lettura.
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