STELLE SILENZIOSE

Stelle Silenziose – Lottare per i propri sogni  (Les Astres immobiles) è un delicato cortometraggio di animazione di produzione franco belga realizzato dalla giovane regista Noémi Gruner. Affronta il tema dell’integrazione culturale a partire dalla prima difficoltà che trova chiunque si rechi all’estero, la lingua. Sofian e  Chengua sono compagni di classe, entrambi con famiglie provenienti da Paesi lontani. Lui ha i nonni che emigrarono da un Paese arabo, sembra completamente integrato; Chengua invece ha i genitori che sono arrivati da poco e non sanno parlare. Per ogni minima necessità il telefono della bimba squilla e lei deve fare da traduttrice. Le impellenti richieste le sconvolgono la vita, impedendole di portare a termine il bel progetto di scienze sull’esplorazione spaziale che dovrebbe completare con Sofian. Si becca anche una nota con richiamo della Preside perché a scuola non è consentito l’uso del cellulare, e nell’ufficio della dirigente deve confessare la verità. Finché un giorno una passante mostra alla madre di Chengua un’applicazione per smartphone rivoluzionaria…
Impossibile non affezionarsi ai due piccoli protagonisti, tanto appassionati di scienze, disposti a fare volentieri i compiti, educati, e con il sogno condiviso di lavorare un giorno per le agenzie spaziali.
Il tratto semplice e lineare è un modo immediato e facile per parlare di integrazione anche ai più piccoli. L’occhio coglie subito i particolari importanti in quanto le scene sono essenziali, contraddistinte da un design autoriale ma mai sovraccarico. La scelta è utile anche perché così evita di dare una classificazione in base al tenore di vita. L’arredamento ci potrebbe suggerire ricchezza o povertà, e invece il tratto pulito e minimale evita di mostrare più del necessario.
Particolarmente suggestive sono le fantasie spaziali della piccola, che si immagina al comando di un’astronave diretta verso stazioni orbitali. E un misto di fantasia infantile e di realismo, che illumina le sequenze oniriche di intensi cieli blu. La ragazzina divora programmi televisivi di divulgazione scientifica e ha aspettative realistiche su quello che è il lavoro di un vero astronauta, non si aspetta qualcosa di fantascientifico.
Il messaggio va diretto e non è nemmeno troppo accomodante, o doverosamente ipocrita.  Non si nascondono le gravissime difficoltà trovate da chi emigra senza conoscere la lingua del posto dove arriverà, né si tacciono i limiti dell’isolarsi in comunità chiuse di compatrioti. Anche la soluzione del traduttore sul cellulare non è perfetta, spesso compone frasi con poco senso o involontariamente buffe, ma almeno in questo caso la tecnologia si dimostra utile.
Certo, ci sono molte ingenuità tipiche dei prodotti educativi rivolti ai più giovani, la trama è esile, i ragazzini hanno tutte le virtù che ciascuno vorrebbe nei propri figli, e l’ottimismo magari è esagerato, però è bello poter proporre ai ragazzi film a cartoni animati con storie diverse da quelli di super eroi e maghette, magari per abituarsi a considerare l’animazione un mezzo espressivo che può dar voce a storie di ogni genere.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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