MANIMAL

 

Le serie tv negli anni Ottanta erano ricche di idee innovative, magari inserite in un tipo di intreccio tradizionale e collaudato, preferibilmente poliziesco. C’erano uomini e donne bionici, automobili sofisticate come Supercar, supereroi imbranati come Ralph o creati dal computer come Automan…
Manimal è uno di questi telefilm straordinari creati da Glen A. Larson, il produttore e sceneggiatore famoso per Battlestar Galactica, Simon & Simon, Supercar, Magnum P.I., Buck Rogers, Lobo, Quincey e tanti altri cult.  E’ stato trasmesso nel 1983 in America, in Italia arrivò un paio d’anni più tardi, trasmesso da Italia1.
L’idea di base è semplice, Jonathan Chase (Simon MacCorkindale) ha appreso da piccolo durante un viaggio in Africa col padre il segreto per trasformarsi in parecchi animali. Da adulto è divenuto un eminente scienziato esperto di etologia e dà una mano come consulente alla Polizia di New York grazie ai suoi poteri. Lo affiancano la bella poliziotta Brooke Mackenzie (Melodie Anderson) e l’ex commilitone Tyrone "Ty" Earl (Michael D. Roberts). Il compagno d’armi conosce il suo segreto dai tempi della guerra del Vietnam, la detective lo scopre nella prima puntata delle otto realizzate.
Otto episodi sono davvero pochi per consentire ai personaggi di dispiegare il proprio carattere, appena abbozzato anche per gli standard del periodo e del tipo di telefilm. Siamo ancora in anni lontani dalle storie sviluppate in una o più stagioni, con episodi da visionare seguendo un preciso ordine e una bella introspezione dei personaggi. Ci sono invece tanti one shot annunciati da un episodio pilota più lungo, quasi un film televisivo, e, talvolta, una conclusione più o meno definitiva. Nel caso di Manimal, l’epilogo non c’è, poiché la serie è stata oggetto di aspre critiche e feroci parodie fin dal suo apparire, e venne cancellata senza rimpianto.  Il primo episodio era un pilot più lungo, con una sfiorita ma ben nota Ursula Andress. Due settimane dopo vennero trasmesse altre quattro puntate, e infine le restanti tre.
Non sapremo mai come andrà a finire la storia d’amore tra Brooke e il fascinoso professore. Probabilmente gli sceneggiatori l’avrebbero lasciata fuori scena in modo da non dover pensare a complicare una storia già indirizzata verso l’azione e l’avventura. O forse proprio questo aver investito poco nell’emotività dei protagonisti potrebbe essere stata una delle concause per il fallimento annunciato.
In teoria, poteva essere un prodotto di successo, un bel poliziesco con una ventata di fantasia, bravi attori dai volti piacenti, effetti speciali per l’epoca sorprendenti.  Invece è stato uno dei più grandi flop, insieme a Automan, a Street Hawk e ad altri telefilm che hanno vissuto il breve volgere di una stagione. Si tratta di titoli che verranno rivalutati ed elevati allo status di cult col terzo millennio e che all’uscita ebbero accoglienza assai tiepida, o comunque non proporzionata all’alto costo degli effetti speciali.
La realizzazione di Manimal si rivelò più complicata del previsto, perché anche con il miglior montaggio e tanti compromessi nella narrazione, i trucchi creati dal quattro volte premio Oscar Stan Winston venivano realizzati a mano ed i costi erano improponibili. Il nostro eroe si trasforma in diversi animali esotici, soprattutto in pantera, in aquila, in serpente. Può imitare anche altre bestie, divenire un cavallo o un orso o un gatto… però lo vediamo scegliere quasi sempre una di queste forme. La sceneggiatura fece miracoli per ridurre al minimo indispensabile le sequenze delle trasformazioni e far usare soprattutto un paio di animali, l’aquila e la pantera. Nonostante tanti accorgimenti, prima o poi il cambiamento doveva vedersi, poiché l’udito potenziato è poco scenografico e la mutazione consapevole è quanto distingue Chase dai tanti altri investigatori. Quando c’è una situazione di pericolo  il respiro del professore si fa sempre più pesante, le vene pulsano, le mani cominciano a tremare e divengono zampe, il viso sviluppa becco, oppure zanne, gli abiti si rompono. Non si vede mai la figura del mutante nella sua interezza ma inquadrature intelligenti mostrano le varie parti interessate dal cambiamento.  Presto al posto di un attraente essere umano c’è un animale, con l’acutezza percettiva della specie scelta e la capacità ragionativa di un perfetto homo sapiens. Che beninteso, sventato il pericolo, tornerà ad essere un essere umano… ben vestito, un po’ come Hulk. Nonostante l’ingenuità degli abiti strappati miracolosamente riparati per accontentare la mentalità puritana, e la doppia identità da super eroe, era quello era il momento più atteso e irrinunciabile, e ovviamente era molto costoso. Quelle sono le sequenze iconiche del serial e, per certi versi, sono un simbolo di come era la televisione in quegli anni: creativa, opulenta, ottimistica e spesso strampalata.
Nel 2002 Tv Guide classificò Manimal quindicesimo  fra i peggiori cinquanta programmi televisivi di sempre. Era un  giudizio probabilmente troppo severo, almeno a giudicare dal revival che ha interessato questo telefilm, edito anche in DVD grazie all’interessamento di tanti fan. Visto con gli occhi di uno spettatore del Terzo Millennio, Manimal accusa più o meno gli stessi limiti propri di tante altre serie con detective dotati di poteri straordinari o oggetti speciali. I personaggi sembrano bidimensionali e c’è l’ennesimo trio ( il protagonista, la bella ragazza, il terzo incomodo appartenente a una minoranza che fa la pausa comica), le avventure non brillano per originalità (a parte le trasformazioni), la confezione è irrimediabilmente artigianale e qualche sequenza è memorabile proprio per quanto è kitsch. Ci sono anche i pregi dei prodotti degli anni Ottanta: voglia di osare con personaggi esagerati, larger than life; un buon ritmo che non concede pause e intrattiene con garbo; attori gradevoli e anche capaci; un ottimismo che pervade le avventure e lascia allo spettatore l’illusione che almeno in T.V. tutto vada sempre a finire bene. Insomma, Manimal è vintage, cult d’annata, oggetto di ricordo e di affetto. Nessuno pretende che sia un capolavoro.
Ogni tanto si favoleggia di un remake di Manimal; è dal 2012 che corre voce sui social ,perché col senno di poi il telefilm è stato apprezzato. E’ però difficile immaginare come potrebbe essere un nuovo eroe, un Manimal 2023. Le tecnologie moderne hanno ridimensionato le prodigiose trasformazioni in animali. A inizio anni Ottanta non c’era la grafica digitale a disposizione, invece oggi basterebbe un morphing relativamente economico per trasformare il professore in un animale. La consapevolezza di poter replicare facilmente i miracoli visivi grazie a tante facili applicazioni ha ridotto il senso di meraviglia. Anche un ragazzino smanettone può guidare un bel drone con telecamera e fare l’aquilotto, la diffusione di armi da caccia grossa o da esercito rende meno terrificante la presenza di una pantera, telecamere e microspie sono in vendita anche nei mercatoni cinesi. L’attore Simon MacCorkindale purtroppo ci ha lasciato nel 2010 a soli 58 anni, gli altri comprimari hanno avuto carriere più o meno sfortunate, e pochi spettatori li ricordano. Mi sembra un po' poco per un'operazione nostalgia.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

La recensione è stata edita da FENDENTI & POPCORN. Se la volete adottare, ditelo !

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