SOUND OF THE DEEP

Joonas Allonen & Antti Laakso, talentuosi registi finlandesi  hanno diretto Sound from the Deep; si tratta di un cortometraggio ispirato alle opere di H.P. Lovecraft.
Mikail, uno studente dell’Università di Helsinki si imbarca su una nave che fa ricerca di petrolio e gas naturali nelle zone artiche, là dove il cambiamento climatico degli ultimi anni ha assottigliato i ghiacci. L’equipaggio è russo e scandinavo, guidato dal Capitano Johanson per le manovre nautiche e da Professor Nurbery per i rilievi scientifici. Le ricerche sono infruttuose e la nave sta per tornare alla terraferma, quando il sonar rileva un suono in una zona inesplorata del mare. Nonostante la strumentazione moderna e i computer di cui è dotata la nave, la natura rimane ostile, l’estate artica è brevissima e presto cala la notte artica con i suoi pericoli annidati nelle profondità marine…
Questo cortometraggio sorprende per l’ambientazione inconsueta, quella di una nave persa nei ghiacci del Polo Nord. Magari per i Finlandesi spostarsi su navi rompighiaccio dotate di moderne tecnologie può essere un avvenimento abbastanza comune. Per chi vive in Paesi meno freddi la sola panoramica sulla nave che scivola tra i ghiacci basta a far immaginare esplorazioni d’altri tempi, le stesse che sono state uno stimolo per l’immaginazione di Lovecraft e della sua cerchia di amici di penna.
L’ambientazione stessa contribuisce a creare un’atmosfera claustrofobica, tanto più quando i membri della spedizione ad uno ad uno si convincono a dirigersi verso il misterioso richiamo che sale dalle profondità.
La macchina da presa sfrutta movimenti tipici del cinema della suspense e del mistero, applicandoli con mano sicura ai ristretti spazi dei corridoi e delle cuccette. I primi piani sui volti dell’equipaggio raccontano il lento scivolare nella follia. Il cast è composto da nomi famosi in Finlandia, dal protagonista Eero Ojala attore e musicista come Anastasia Trizna, a Lasse Fagerströma nella sua ultima performance.
La vicenda narrata è un soggetto originale, ovvero non traspone un preciso racconto ma è stata creata apposta per questo film. Conserva parecchi elementi della mitologia costruita dallo scrittore americano, aggiornandoli alle tecnologie moderne e alla situazione ambientale contemporanea. Non menziona direttamente Cthulhu, ma si parla di entità antiche che si stanno svegliando, complice il surriscaldamento globale.
La sceneggiatura traspone in immagini le tematiche  tipiche di Lovecraft, le atmosfere e il modo di narrare dei suoi scritti. Inserisce gli eventi un lungo flashback che serve per far esporre i fatti al protagonista. Come nei racconti della rivista pulp Weird Tales, questi è uno studente partito per far ricerca insieme ad un professore, è un sensibile topo di biblioteca impreparato all’orrore piuttosto che un forzuto marinaio convinto di poter risolvere ogni problema con le armi di bordo o con la tecnologia.
L’entità viene giustamente svelata solamente negli ultimi cinque minuti di proiezione, e mai viene inquadrata nel suo insieme. Può essere una scelta obbligata dall’essenzialità degli effetti speciali, rispettosa però dello stile narrativo. In Lovecraft il mostro è esibito al culmine degli eventi e per pochi istanti, descritto in modo da far galoppare la fantasia del lettore, e così avviene in Sound of the Deep. Ci sono sequenze colorate di verde e azzurro con il paesaggio dell’Abisso e le sue rovine, e c’è il mostro che ne risale, sbuca da oblò e finestre e infine dà la caccia agli esploratori, e tanto basta, anche perché il montaggio minimizza la povertà dei trucchi e con intelligenza crea l’atmosfera giusta.
I premi collezionati da questo cortometraggio sono innumerevoli, e bisogna ammettere che se li è meritati.

 

 

GUARDALO  QUI   https://www.youtube.com/watch?v=ti231UvSvfQ

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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