HEAVY METAL

Ancora oggi, quando si parla di cinema di animazione americano o occidentale, si pensa a un modo di fare intrattenimenti rivolto ai preadolescenti. Per esigenze commerciali magari si preferisce dire ‘per famiglie’, però è raro che i soggetti e le vicende possano davvero intrattenere un bambino, un adolescente, i genitori adulti e magari anche i nonni. A età diverse corrispondono aspettative diverse, modi di divertirsi, e purtroppo è un’utopia poter accontentare davvero tutti. Per fortuna oggi i tempi sono un po’ cambiati rispetto al passato, grazie anche a coraggiosi film che a partire dagli anni Ottanta hanno usato il linguaggio del cartone animato in modo diverso. Heavy Metal è uno di questi coraggiosi esperimenti, è stato realizzato nel 1981, diretto da Gerald Potterton e prodotto da Ivan Reitman. Si ispira all’omonima pubblicazione americana, a sua volta derivata dal periodico francese Métal Hurlant. Si trattava di una rivista con fumetti precursori delle graphic novel, di ambientazione fantasy, fantascientifica, avventurosa, pulp, creati da Maestri quali Jean 'Moebius' Giraud, Alejandro Jodorowsky, Richard Corben, Milo Manara, Philippe Druillet…
Il film Heavy Metal si ispira al magazine, si compone di nove episodi collegati dalla presenza del Loc-Nar, una pietra preziosa che condensa nel suo materiale vivente l’essenza di ogni male e perversione. Le vicende che ruotano attorno a questa pietra verde esplorano vari generi, dall’horror al grottesco, dall’hard boiled al fantasy, in quanto la sfera può comunicare con i viventi, li plagia, li possiede, li manipola per i suoi oscuri fini. Lo stile dei disegni è diverso da storia a storia in quanto sono state realizzate da artisti diversi e sebbene ci sia ampio utilizzo di rotoscope, la differenza stilistica tra autori si vede. La tecnica del rotoscope prevede di girare prima con attori e poi ridisegnare il cartone animato basandosi sulle immagini filmate, consentendo maggiore verisimiglianza. Ciascun team di animatori ha fatto un uso diverso del mezzo, con soluzioni che ricordano Ralph Bakshi, Moebius, i fumetti pulp degli anni Cinquanta tipo Tales of the Crypt.
Tutte le vicende sono accompagnate da una colonna sonora eccezionale, creata da band che hanno fatto la storia dell’hard rock e del metal, con incursioni nel progressive e nella musica sinfonica attuale, con i brani strumentali composti da Bernstein.
La struttura antologica non è necessariamente un male, anzi. Nel 1981 un film di animazione destinato a un pubblico di adulti richiedeva agli spettatori un’elasticità mentale notevole. La prodizione giapponese era pressoché sconosciuta, tutti erano cresciuti con i grandi classici Disney, tra montagne di zucchero e buoni sentimenti, principesse e animaletti antropomorfi, o con serie televisive senza troppe pretese. Il flop della trasposizione de Il Signore degli Anelli di Bakshi era d’avvertimento, il pubblico era ancora impreparato per guardare attori e disegni animati con lo stesso sguardo curioso. La brevità dei racconti, il design di personaggi e ambienti diverso, poteva rappresentare un piacevole escamotage per mantenere alta l’attenzione degli spettatori.
Altro elemento dirompente era la violenza e la carica erotica delle figure femminili. Heavy Metal è ricco di scene che culminano con la morte atroce dei personaggi, siano essi gli incauti minatori che trovano il Loc-Nar, Grimaldi il viaggiatore che si appropria della sfera, i soldati trasformati in zombie, la popolazione massacrata dal re stregone su un pianeta lontanissimo. Sangue e sequenze splatter contraddistinguono le vicende, facendo vietare la pellicola ai più giovani.
Heavy Metal è stato anche accusato di sessismo in quanto molte donne sono procaci, seminude e pronte a andare a letto con il protagonista. L’accusa è in parte motivata, in quanto per gran parte della pellicola le donne sono richiami erotici, con l’eccezione della guerriera che invece è tutt’altro che sottomessa al maschio alfa di turno. C’è anche una sottile ironia che investe i rapporti di coppia. La figlia dell’archeologo che ha portato il Loc-Nar a New York usa il suo fascino per fregare un tassinaro sciatto e bruttarello. Il nerd Den sa che può rimorchiare la donzella in pericolo solo perché, trasportato in un’altra dimensione, ha il corpo di un aitante barbaro pieno di muscoli. La segretaria approfitta del rapimento da parte di una scalcinata astronave aliena, lascia la Terra alle radiazioni che la stanno investendo e accetta di sposare un robot, purché con rito ebraico. Taarna invece è una paladina, silenziosa e fiera. Non bamboleggia, non cinguetta, mette a tacere parecchi uomini e li difende, arrivando a sacrificarsi per loro. La speranza per il futuro è in mano a una donna che si incarna generazione dopo generazione e vola tra le galassie sulla groppa di uno pterodattilo. La visione di Taarna che solca i cieli è qualcosa di estremamente potente, una creazione dell’illustratore Chris Achilleos ( lo stesso che ispirò il costume indossato da Kate Bush per il video di Babooshka ), un’immagine tanto iconica da essere rappresentata sul poster.
Heavy Metal in Italia fu distribuito malamente, ritirato e poi diffuso nei cinema d’essai. Negli Stati Uniti venne censurato, e divenne un cult solo col passare degli anni. Rispetto a tanti altri titoli, rivisto oggi non è invecchiato male, anzi, rischia di suscitare una dolorosa nostalgia per la libertà creativa del passato. Del sessismo, ci sarebbe da discutere, perché appunto accanto a donne da tre soldi c’è la speranza portata dell’indomita Taarna. La violenza ormai è presente in parecchi film di genere, in modo più o meno esplicito, e a fare la differenza è quanto essa sia gratuita o quanto sia parte necessaria alla narrazione. La lotta del Bene contro il Male è invece attuale, in quanto i personaggi spesso sfuggono alle categorizzazioni da vecchia fiaba. Di certo la sfera corrompe i mortali, punisce quanti abusano del suo potere e vogliono possederla. I personaggi che si dimostrano poco interessati ai vantaggi che potrebbero esserci a controllare l’oggetto magico invece si ritrovano premiati.

Episodio 1 "Soft Landing": uno Shuttle nello spazio rilascia una Corvette guidata da un astronauta che atterra in un deserto e si dirige verso una casa di campagna.
Episodio 2 "Grimaldi": l’astronauta viene accolto dalla figlioletta ma quello che doveva essere un regalo per la bambina si trasforma nella sfera verde, che scioglie l’uomo e obbliga la ragazzina a ascoltare storie terribili.
Episodio 3 "Harry Canyon": in una New York degradata da criminalità e violenza, un tassinaro sciatto, xenofobo e disilluso salva la figlia dell’archeologo che ha portato il Loc-Nar sulla Terra, partecipando allo scambio della sfera con un’ingente somma in danaro. La ragazza però non rispetta i patti ed è pronta ad ammazzare il tassinaro per prendere anche la sua fetta di malloppo. L’uomo riesce ad ucciderla e se ne va con i soldi, felice di aver ceduto la sfera a un mafioso extraterrestre e completamente disinteressato a eventuali poteri. 
Episodio 4 "Den": un nerd bruttino trova il Loc-Nat e viene trasportato in un pianeta barbarico. Si ritrova trasformato in un uomo forte, agile, pelato ma attraente. Salva una donna venuta dalla Terra come lui da una regina sacerdotessa di Uhluhtc (ovvero Cthulhu al contrario) che la vuole sacrificare… Il ragazzo esaudisce tutti quei sogni proibiti che difficilmente un nerd degli anni Ottanta riusciva a concretizzare, in quanto le donne nerd erano mosche bianche e spesso erano fisicamente dotate quanto i corrispettivi maschili. Avventura, belle donne, una fama che il ragazzo è consapevole di non poter godere sulla Terra. Ecco come mai Den butta via il pericoloso Loc-Nar e preferisce restare in quel mondo lontano.
Episodio 5: "Captain Sternn": il capitano Sternn rischia la pena di morte in un processo pere vari crimini. Si dichiara innocente e chiama a testimoniare un certo Hanover Fist. Mentre parla gioca con una biglia verde e si trasforma in un bruto che crea scompiglio permettendogli di fuggire. Sternn si libera e scaraventa lo scomodo testimone nel vuoto dello spazio, insieme al Loc-Nar.
Episodio 6 "B17": un bombardiere viene colpito dai nemici in pieno Oceano Pacifico e precipita, seguito da un misterioso proiettile verde. L’unico superstite piomba in un’isola tropicale popolata da zombie di altri piloti.
Episodio 7 "So Beautiful & So Dangerous": gli U.S.A. subiscono misteriose radiazioni che provocano mutazioi. Al summit al Pentagono capi di stato e scienziati discutono degli eventi, quando una segretaria che indossa un ciondolo con una pietra verde e uno scienziato vengono risucchiati da un’astronave aliena. Il mezzo è comandato da un robot piccolo e goffo, e da due alieni che amano la plutodroga e sniffano carrettate di sostanza. Lo scienziato si scopre essere un robot spia alieno ormai tutto rotto, e la segretaria finisce a letto proprio col comandante dell’astronave, che sposerà, purché con rito ebraico.
Episodio 8 "Taarna": un popolo di antichi saggi prima di venire annientato da un crudele re stregone evoca Taarna, ultima superstite di una misteriosa razza guerriera di Taarak. Muore facendo esplodere il Loc-Nar, e proprio allora rinasce, nell’indomita ragazzina, la figlia dell’astronauta Grimaldi che aveva assistito terrorizzata ai racconti della sfera.

Episodio 9 "Epilogo": il Loc-Nar avverte il sacrificio di Taarna e esplode. La bambina si ritrova in aperta campagna, accanto a uno pterodattilo. Monta sull’animale e diventa la nuova Taarna, risorgendo come una fenice pur di difendere, almeno per un’altra generazione, l’Universo.

Magari ce ne fossero stati di più di esperimenti coraggiosi come Heavy Metal!

 

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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