DOCTOR WHO FAN FILM - ERA NEWMAN / FAN FILM

DOCTOR WHO FAN FILM - L'ERA NEWMAN

La prima serie di fan film realizzata dalla DW2012 è l’Era Luke Newman: il valido regista e talentuoso sceneggiatore interpreta Doctor Who nelle prime quattro stagioni. Pur essendo un ragazzo assai giovane, sembra avere le ide molto chiare sul personaggio, riesce ad imitare i volti noti recuperando dettagli e sfumature delle diverse incarnazioni. Si suppone, dal costume indossato nel primo episodio, che sia la rigenerazione del Dodicesimo, ma poi prende un suo stile, quello del Little Red Doctor. Il ‘suo’ Doctor Who è un grazioso omino basso e magro, brufoloso e coi denti storti ma dotato di un tenero appeal che fa breccia nei cuori delle companions. Indossa una giacca lunga rosso bordeaux e camicia e gilet, look che omaggia il Terzo Dottore e ammicca all’Undicesimo e al Dodicesimo. Possiede il fascino tipico dei vari Dottori, fatto di un mix tra caratteristiche fisiche piacenti ed altre meno belle. E’ una lezione di sex appeal e bellezza intelligente, educativa in un’epoca dove l’estetica tenderebbe a creare modelli patinati e spesso impersonali e il body shaming è dietro l’angolo.
L’interpretazione di Newman è molto convincente proprio perché sentita e il personaggio manifesta un carattere simile a quello dell’Undicesimo Dottore. E’ consapevole di aver visto le meraviglie del cosmo e la loro impermanenza, è quasi immortale e sotto la scorza picaresca e sbruffona cela un cuore, anzi due cuori pieni di malinconia e compassione. Ha la consapevolezza della solitudine che la sua natura comporta come l’avevano il Decimo e il Dodicesimo, la spensierata curiosità dell’Undicesimo e della Tredicesima, e la tendenza a evitare lo scontro fisico preferendo il potere delle parole e della mediazione. E’ un personaggio bizzarro, estroverso, geniale e un po’ infantile ed egocentrico, salvo maturare a causa degli eventi tragici che non riesce ad evitare. E’ attratto dai terrestri per la loro socievolezza e curiosità, sebbene conosce la loro caducità e non vorrebbe affrontare la sofferenza che inevitabilmente accompagna la perdita. Cerca di proteggere chi viaggia con lui, ad esempio fa scendere dal Tardis la compagna sapendo che è malata e non potrebbe affrontare il pericolo, inoltre lei nella nostra realtà ha un ragazzo e una vita normale che in teoria potrebbe risultare appagante. La allontana nonostante lei voglia continuare a viaggiare con lui. L’amore non si concretizza forse proprio per la paura del dolore, che sarà comunque inevitabile, nonostante riesca a tornare da lei quando ottiene una cura.
Le companions sono altrettanto ben definite, Jess Whitehouse (Chloe Naughton) inizialmente è una ragazza come tante, disoccupata, ordinaria, dotata di buonsenso spiccio e con le idee chiare nel relazionarsi con gli altri; si evolve tirando fuori tutta la sua grinta e pagandone il prezzo. Megan Williams (Megan Shirley) è l’assistente di uno scienziato, è brillante, tutta un’altra pasta dalle sue coetanee. Forse poteva venir sfruttata meglio inizialmente, poi va in crescendo, sia per la tensione romantica, sia per il potere che cela in sé. C’è anche Scarlet, figlia del Dottore, in diversi episodi,
Ai trucchi rozzi i Whovians ci dovrebbero essere abituati, nelle vicende quanto fa la differenza rispetto ad altri telefilm sono i personaggi e i loro vissuti. Le avventure servono per far emergere il loro carattere colto in tutte le sfumature possibili e per far vedere la bravura degli interpreti, non per sciorinare effetti speciali all’avanguardia. Anche in questa fan serie è pregevole il ritratto del protagonista, interpretato in modo assai meno ingenuo di quanto non verrebbe da attendersi, e lo stesso si può dire di tutto il cast.
I punti deboli di questa prima era Newman sono tutti dovuti a fattori economici, che vanno a incidere irrimediabilmente sull’estetica. Si tratta di una produzione senza fini di lucro e priva di sovvenzioni acquisite tramite fundraising su piattaforme apposite. Inoltre è stata fatta da fan per i fan, tanto che quanti non conoscono a sufficienza l’ambientazione possono faticare a seguire alcune sequenze con richiami a eventi delle stagioni classiche e anche di quelle moderne. Se sfuggono le citazioni, si notano ancora di più i costumi ricavati anche dalla carta degli scatoloni o fondi di magazzino di prop per Halloween, e le scenografie che sfruttano luoghi chiaramente terrestri. Anche le imperfezioni nel sonoro o nelle riprese derivano dall’essenzialità dei mezzi tecnici a disposizione. Peccato, perché oltre al bravssimo Newman ci sono anche altri interpreti assai validi, che sarebbero stati valorizzati da una confezione professionale.
I toni della narrazione sono spesso molto cupi, più simili alle stagioni 8, 9 e 10, quelle dell’era Capaldi,
Le sequenze d’azione sono limitate a pochi momenti, anche se non mancano momenti altamente drammatici. Vengono riproposti avversari conosciuti nel corso dell’intera trasmissione, come i Cyberman, i Dalek, il Valeyard, il Silenzio, Davros, i Sontaran, accanto a nemici inventati per l’occasione
Il primo episodio Dawn of the Doctor vede la tormentata rigenerazione del protagonista, il suo incontro con Jess. E’ un’avventura in cui un magnate dell’elettronica è in combutta con i cyberman, uomini trasformati in robot, forse un po’ scontata e risolta rapidamente in quanto buona parte del minutaggio è dovutamente spesa per presentare il Dottore e la sua prima compagna di viaggio.
In Whispers in the Woods alieni sono bloccati attraverso portali tra dimensioni; la puntata fa conoscere il carattere della protagonista. Apparentemente è una ragazza molto comune, nemmeno troppo avvenente, ma con un grande carattere e capace di dire le sue ragioni al ‘little red doctor’. Il lieto fine è dolceamaro.
The Blood Hunter è Zardox, un cacciatore di taglie che si annida nel Tardis e reclama la testa del Dottore. La tensione è mantenuta alta, e viene creata non tanto dai poteri straordinari del Dottore, quanto dalla sua debolezza nei confronti dell’avversario, dalla sua paura di morire una volta per tutte e dalle sue incertezze nel creare paradossi temporali e scampare al vendicativo alieno.
Ethernal Darkness ci fa conoscere svariate incarnazioni del Dottore, radunate in un cimitero dove riposano vari companions, illusione creata per volontà di un’entità malvagia che vuole appropriarsi della forza vitale del protagonista. Appaiono anche i Dottori conosciuti al pubblico, interpretati da ragazzi e inquadrati di spalle in modo che abiti e capelli li rendano riconoscibili, o portati in scena grazie a footage originale. C’è anche un’incarnazione femminile, un Dottore sovrappeso che parla con accento irlandese e un Dottore di colore, in anticipo sui tempi in quanto il fan film è stato immesso nello streaming nel 2019 e il casting di Ncuti Gatwa risale al 2022. Proprio la versione di colore, interpretata da Dominic G.Martin prenderà il posto di quella di Luke Newmann, che rimarrà nel progetto come regista.
C’è solo concesso di immaginare i contenuti della seconda stagione in quanto sono stati tolti e mai più inseriti, né con la vecchia versione né con il suo remake attualizzato, e dispiace poiché probabilmente avrebbe approfondito i rapporti tra il Dottore e Jess, o motivare la trasformazione della ragazza che da scialba giovane donna si trasforma in una grintosa metallara con tanto di giacca di pelle borchiata dall’aspetto assai più attraente e dal carattere ancora più sicuro di sé. Inoltre il tempo passa per tutti, e sarebbe un po’ ingenuo vedere Luke Newman più vecchio nella seconda stagione mentre nella terza e quarta è un tenero virgulto.
La terza stagione si apre con un minisode, un breve video con Jess che ha trovato un lavoro e saluta il Dottore dopo aver visto insieme a lui l’esplosione di una stella.
In The Arkhallon Trance il Dottore affronta la minaccia di una razza aliena capaci di indurre momenti di sonno improvviso nei terrestri. Incapace di staccarsi da Jess, la ricontatta e la trascina in un’avventura che coinvolge anche i servizi segreti della UNIT.I discorsi del Dottore forse non funzionerebbero, ma c’è pur sempre un amico a risolvere i guai!
In Age of Humanity il Dottore porta Jess a vedere la Terra ai tempi dei dinosauri: oltre a un pericoloso T-Rex infuriato c’è un robot uscito da un varco analogo a quello trovato nel primo episodio. E’ una sonda comandata da un’entità che vuole distruggere la vita sulla Terra e impedire all’umanità di svilupparsi.
Il Maestro, storico amico e poi rivale ed avversario del Dottore compare in Power of the Puppeteer; manipola i ricordi del Dottore e lo costringe a un gioco che mette in pericolo gli amici.
Reflections è una sorta di ghost story con un antico avversario imprigionato e atmosfere che ricordano quelle di Zaffiro e Acciaio, altro serial britannico; War Salvage è un episodio ambientato nel Medioevo con una guerra tra Rutan e Sontaran, due pericolose razze aliene e vede il ritorno di una Signora del Tempo, la Rani, un personaggio presente nella serie classica.
Birth of an Angel è la prima parte di una trilogia altamente drammatica che conclude la terza stagione, con gli Angeli Piangenti, l’addio a Jess e la scoperta della figlia del Dottore. La ragazza viene riportata sul pianeta d’origine, Gallifrey nel seguito Journey to the Multiverse, ma il Dottore viene obbligato a recuperare il Maestro sul pianeta Skaro. Lì viene ucciso dal raggio di un Dalek. Il Valeyard però a riesce a farlo tornare, ponendogli però un atroce dilemma… Preparate i fazzoletti.
La quarta stagione è introdotta da un cortometraggio, The Doctor's Confession: durante il salvataggio di un’astronave il Dottore ripensa alla sua confessione davanti a un sacerdote e agli eventi passati.
Essence of a Legacy inizia con Megan che scrive il suo diario: il Dottore è scomparso, gettato nella depressione dagli eventi drammatici che ha subito. Catturato nel bosco in cui si è ritirato, verrà duramente punito, perdendo lo status di Signore del Tempo e le relative capacità di rigenerarsi.
The Planet of the Cybermen è focalizzato sulla razza di umanoidi mutati artificialmente in cyborg; Blood Ties invece ci presenta un’entità aliena che di nutre dei sensi di colpa e trascina Megan nel passato della sua famiglia; in Glitch un’intelligenza artificiale usata su una stazione spaziale minaccia di infettare ogni macchina, a partire dal Tardis; War of the Daleks ci fa conoscere il loro spietato creatore, Davros.
The fatality trap ha una struttura con vari flashback partendo da una situazione altamente drammatica: il Dottore, Megan e il Brigadiere sono rimasti sepolti nel crollo della sede della UNIT.
The Final Enigma dà una spiegazione ai poteri di Megan e prepara allo scontro finale con l’alleanza tra gli avversari del Dottore. Una guerra che si concluderà con lo straziante ma bellissimo speciale The Fall of the Doctor, oltre due ore per celebrare l’addio al ‘Little Red Doctor’.
Grazie all’impegno di quanti hanno collaborato, alla genialità delle sceneggiature e all’interpretazione convinta di Luke Newman e del cast, possiamo goderci una fan serie migliore di quanto un’occhiata superficiale non farebbe credere.