LA  FIAMMA

E’ difficile oggi creare una storia horror davvero originale restando nelle tematiche più consuete del genere in Occidente. Film di successo e pellicole derivate esse stentano ad uscire dalle rivisitazioni di classici, dai remake, dalle ennesime storie di diavoli ed evocazioni. In Italia dopo i bistrattati film di Mario Bava c’è stato il filone dell’horror realistico, quello della più felice fase della produzione di Dario Argento e dei suoi emuli. C’è stata anche la lezione di Pupi Avati; il padre del gotico padano ha suggerito un modo per poter svecchiare il genere e renderlo vitale ripartendo dalle origini, ovvero dalle fole, dalle storie paurose che i contadini si narravano nelle sere di veglia attorno al camino. Ovviamente ogni zona del mondo può avere le sue tradizioni, e i cineasti più innovativi hanno capito come l’horror o fantasy folcloristico possa essere una via percorribile.
La fiamma è un cortometraggio scritto e diretto da Giacomo Talamini per la Hive Division, ispirato solo in parte a The Village di M. Night Shyamalan. Talamini ha preso spunto dalle figure della tradizione cimbra, si è documentato sul folclore delle zone ancora oggi abitate dalla minoranza etno-linguistica dei Cimbri, le province di Trento (Luserna), Vicenza (altopiano dei Sette Comuni, in particolare Roana), Verona (Tredici Comuni, in particolare Giazza) e l'altopiano del Cansiglio (province di Belluno e Treviso).
Grazie a Andrea Nicolussi dell’Istituto Cimbro di Luserna i copioni sono stati tradotti in Cimbro, una lingua con elementi di Italiano e di Bavarese Medievale. Il fatto che ormai pochi individui la parlino accresce il senso di spaesamento negli spettatori, che vengono trasportati in un mondo arcaico, da leggenda.
La vicenda è ambientata nel diciottesimo secolo, in una casa rurale dove il capo villaggio e la sua famiglia sono radunati al capezzale di uno dei figli, Elk. Il ragazzino è malato di un morbo sconosciuto e l’inverno è alle porte. Gli adulti di casa devono allontanarsi per chiamare un medico e per poter procurarsi le provviste per sopravvivere alla dura stagione. Nella baita restano solo i più giovani, costretti a confrontarsi con una presenza crudele…
E’ un vero viaggio nel tempo quello che ci propone Talamini: la ricostruzione storica va oltre una buona resa di oggetti e ambienti, riesce a catturare la spiritualità di quelle persone. La casa ha un grosso focolare e dietro ad esso ci sono statuine di membri della famiglia, simili ai Lari e ai Penati della classicità. Non ci sono simboli religiosi cristiani, la gente celebra il Solstizio e viene invocata Frau Perta, divinità della Natura e custode degli animali. Il libro disegnato da Elk custodisce questi miti, appartenenti a un passato ancora vissuto, se non apertamente almeno a livello inconscio come parte di un modo di sentire comune. Il rapporto con la morte viene trattato con lirismo e poesia: in un’epoca caratterizzata da una forte mortalità infantile, la dipartita di un bambino era un evento possibile. Veniva accettato come parte dell’essere vivi, e  vissuto in una dimensione comunitaria tale da lasciare a tutti un ricordo dolce delle persone che non c’erano più.
La modernità del Secolo dei Lumi e il buonsenso dei montanari convivono con l’antica spiritualità, spesso derisa e confinata in fiabe per bambini che dovrebbero crescere. Elk crede profondamente a questi miti, ha realizzato un libro illustrato con le immagini delle storie. Sa, con l’innocenza schietta che solo i bambini possiedono, di dover morire, ha già perso la mamma. Merita quindi una fine eroica, sconfiggendo l’Avvizzito o credendo di farlo, salvando così il villaggio dal mostro che ne vuole spengere il fuoco.
L’Avvizzito è una creatura simile all’Uomo Nero, una figura nata per far capire che i pericoli esistono e simboleggia la consapevolezza che Elk ha del suo male. Il design di questo avversario è stata affidata a Leonardo Cruciano, effettista con un curriculum di tutto rispetto che ha lavorato anche con Ridley Scott e Gucci. Gli effetti speciali, realizzati in collaborazione con The Best Blend , Wahtari Studio, Frame by Frame e Makinarium sono tanto efficaci da risultare di una naturalezza incredibile. Il cortometraggio live action è stato preparato da una sua versione animata, La leggenda della Fiamma, che ha permesso di focalizzarsi sulle sequenze più importanti e programmare l’impiego della grafica digitale. Il cartone, pur essendo un prequel, ripropone inquadrature che ritroviamo nel cortometraggio, e approfondisce il quadro culturale che fa da sfondo alle vicende.
Gli attori Martina Ambrosino (Nairi), Jacopo Barzaghi (Elk), Matteo Tagliaferro (Trestar) e Andrea Pellegrino (Menokk) affiancati dalla guaritrice (Carla Camporese) e dal Capovillaggio (Gianluigi Meggiorin) sono alle prime esperienze, ma tutti si rivelano espressivi, tanto da essere premiati al FiPiLi Horror Fest. I protagonisti, pur essendo bambini, appaiono molto spontanei e i loro personaggi sono lontanissimi dagli stereotipi dei ragazzini d’oggi, spesso molto viziati e poco inseriti nella vita della propria comunità. In particolare è splendido il personaggio di Nairi, bambina saggia e coraggiosa che ha deciso di regalare al fratello morente un’ultima storia, consegnandolo alla memoria orale collettiva.
Le voci sono quelle originali degli attori, che si sono doppiati sotto la direzione di Maurizio Merluzzo, attivo da anni nel doppiaggio di film, videogiochi, anime. Il risultato è di una naturalezza disarmante.
Le locations valorizzano il patrimonio storico e paesaggistico, la baita è la Spanglar Haus di Cima Sappada e gli esterni sono stati filmati sull’altopiano di Asiago, in pieno inverno, con tutte le difficoltà logistiche che una simile scelta comporta.
Il poetico cortometraggio più che far paura con scene splatter o con la narrazione sincopata degli horror, fa riflettere sul potere della fantasia, capace di dare dignità ad ogni momento della vita e ricordarci che in fondo, tutti noi siamo storie.

 

GUARDALO QUI   https://www.youtube.com/watch?v=VJufEXGNj6k&t=18s&pp=ygUYQ09SVE9NRVRSQUdHSU8gTEEgRklBTU1B

Cuccussette vi ringrazia della lettura

La recensione è stata edita da FENDENTI & POPCORN

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