DIMENSIONE  ALPHA

Dimensione Alfa (Otherworld) è una serie americana di fantascienza; si inserisce nel filone dei mondi paralleli ed è formata da otto episodi trasmessi a partire dal 1985.
Ne è protagonista la a famiglia Stirling, una coppia con tre figli di età diversa, due adolescenti e un bambino. Durante una vacanza in Egitto gli Stirling si affidano a una guida non autorizzata che li scorta nella Piramide di Giza. Quando sono all’interno il capofamiglia si rifiuta di dare ulteriori soldi al loro cicerone, che li abbandona. Nel frattempo avviene l’allineamento di svariati pianeti e si scatena una magia che trasporta lontano in un vortice di luce gli ignari turisti. La famiglia si ritrova in un pianeta simile al nostro per atmosfera e condizioni climatiche, tuttavia diverso per abitudini, geografia, cultura. Il pianeta Thel è diviso in province ciascuna dotata di una propria storia, di usi e tradizioni peculiari. Tra una zona e l’altra ci sono terreni inospitali dove nessuno può transitare a meno che non appartenga alla polizia. Governa ogni terra un’inaccessibile intelligenza artificiale che controlla la popolazione formata da esseri umani e androidi attraverso la polizia, i Pattuglianti, e grazie al condizionamento ideologico propinato dalla Chiesa. Quanti non obbediscono ai tabù imposti dl culto si trovano a fare i conti con le squadracce. La famiglia si imbatte proprio in un militare di alto grado, Nuveen Kroll, a cui rubano la macchina ed un prezioso cristallo che permette la guida dl mezzo e la comunicazione di istruzioni alle macchine disseminate nelle varie regioni. Grazie ad esso, la famiglia attraversa otto regioni, in cerca di un modo pe tornare indietro…
Come e se potranno rivedere la Terra del 1980 lo spettatore non lo saprà mai. L’ottavo episodio si conclude con la famiglia che decolla su una mongolfiera, un po’ come voleva fare il Mago di Oz. La serie ideata da Bruce A. Taylor, Coleman Luck e Roderick Taylor venne cancellata dopo solo otto puntate, a causa dei bassi ascolti.
In effetti le avventure risentono di alcuni problemi che potevano essere previsti e in parte evitati. Non si può addossare la colpa agli effetti speciali modesti ma decorosi, alle scenografie fantasiose e artigianali. Anche altre serie hanno avuto alle spalle mezzi limitati, anche più esigui di Dimensione Alpha, ma hanno centrato il loro pubblico conquistandosi un posto speciale nei loro ricordi.
L’aver scelto un gruppo familiare in teoria doveva coinvolgere spettatori di età diverse, la coppia era giovane e di successo, c’erano un ragazzo e una ragazza adolescenti ed anche un bambino. Quanto intrattiene un teenager però può terrorizzare un piccolo, quindi gli sceneggiatori si sono trovati a dover evitare per forza violenze e sessualità esplicita. Si sono mantenuti su una scomoda via di mezzo che scontentava gli spettatori adulti e comunque non coinvolgeva troppo i giovanissimi. Il bambino è poco più di una mascotte inserita per rappresentanza della sua fascia d’età, collabora ma non è mai un vero protagonista a differenza dei figli adolescenti e dei genitori. In alcune situazioni è ovvio che potevano esasperare l’aspetto sessuale o quello orrifico e invece si sono trattenuti troppo per convincere gli adulti ma non abbastanza per coinvolgere davvero uno spettatore in età scolare. Accettate le pesanti limitazioni di un prodotto generalista e rivolto a tutti, avrebbero anche potuto inserire un nonno o una nonna sprint, considerando che tra i consumatori di serial spesso c’erano e ci sono pensionati, invece niente da fare. Non è che avrebbero dovuto adeguarsi obbligatoriamente a tutti i tipi di spettatore, anzi. Si sarebbero aperti nuovi problemi nel gestire anziani avventurosi e bambini. Probabilmente la scelta vincente sarebbe stata quella di dare un taglio alle vicende adatto da quattordici anni in su, con uno sviluppo più verosimile delle svariate ambientazioni e protagonisti giovani adulti, evitando una versione weird dell’ormai annoso Lost in Space. La durata di cinquanta minuti a puntata in ogni caso comporta una narrazione più complessa di quella destinata solitamente ai piccoli, conclusa però da un’immancabile lezione morale che sa di ingenuo e suona in ritardo con i tempi.
Ci sono troppe ingenuità: la famiglia arriva nel nuovo mondo emergendo da un lago nel bel mezzo del nulla, cammina priva di equipaggiamento nel deserto per ore o forse giorni. Ovunque si trovi, si inserisce senza troppi problemi, tutti parlano inglese e nessuno pare far domande tali da far scoprire l’origine aliena degli Stirling. Ingenuamente, questi continuano a comportarsi come terrestri, dopo qualche incertezza della prima puntata. Si parte bene, ma si prosegue inanellando battute scipite e dimenticando la caratterizzazione dei personaggi, interpretati da volti noti della TV d’oltreoceano. L’unico che si salva in parte dalla piattezza è il capitano Kroll, interpretato da Jonathan Banks, attore che ha avuto una grande crescita professionale culminata in Breaking bad e Better call Saul.
Le peripezie affrontate dalla famiglia sono storie di avventura, ciascuna dedicata a un’area diversa del pianeta, e vivono d’azione e di senso di meraviglia. La varietà consente di proporre storie molto diverse, che porterebbero a riflettere e che anticipano in parte trovate che oggi appaiono ovvie ma che non lo erano nel 1985. La città popolata da androidi addetti a lavori rischiosi e il legame tra il figlio e una ragazza androide recupera i temi di Blade Runner; l’addestramento del figlio incluso nei Pattuglianti in quanto va male a scuola fa pensare al primo tempo di Full Metal Jacket o a Fanteria dello Spazio; il Paradiso Infernale è un resort dove tra lussi e lussuria agli ospiti è sottratta la forza vitale. Rockrollmania fa riflettere sul valore dell’arte e sul potere della musica come strumento di liberazione, con i figli che ripropongono successi del rock spacciandoli per proprie creazioni; La città dei diavoli neri ammicca alla fantascienza postapocalitica con le bande di bikers e la droga estratta dalle rocce; in Superfemminismo le donne schiavizzano i maschi trattandoli come bestie da soma. Una lacrima d'amore ripropone la fiaba della Bella e la Bestia, La principessa Metra invece vede la figlia scambiata per una figura leggendaria che si oppone al governo… Tanta varietà da un lato suscita la curiosità e dall’altro ostacola i meccanismi che portano uno spettatore a considerare una serie un appuntamento fisso e irrinunciabile. I fan di Star Trek ad esempio amano alcune caratteristiche ricorrenti come l’ambientazione delle USS Enterprise e l’approfondimento dei dialoghi e dei personaggi; chi è appassionato di Star Wars vuole vedere i Cavalieri Jedi e i duelli con le spade laser o sulle astronavi; chi ama Colombo vuol ritrovare il detective proletario, bruttino e stazzonato pronto a inchiodare i criminali belli e ricchi. Questi telespettatori sanno bene cosa aspettarsi, mentre con Dimensione Alpha il meccanismo non si innesca proprio perché ogni episodio ha un suo tema e sfugge a caratterizzazioni di genere, a piccoli dettagli che si ripetono.
Le idee buone non sarebbero mancate, però lo sviluppo rimane adatto a bambini e privo di belle caratterizzazioni e di scelte registiche autoriali.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

La recensione è stata edita su questo sito nel 2023. Contatta Florian Capaldi su Facebook per adozioni e gemellaggi !

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