CAPTAIN EO

Era il 1986 quando nel parco di divertimenti Disney World, in Florida, appare una nuova attrazione: Captain Eo, un cortometraggio di fantascienza ideato da Michael Jackson e realizzato con l’aiuto di Francis Ford Coppola. La pellicola si avvale di effetti speciali per l’epoca assai sofisticati, e, come se non bastasse, la proiezione viene accompagnata da effetti allestiti nella stessa sala. Raggi laser illuminano lo spettatore, nebbie colorate lo circondano, e sullo schermo prende vita la magia del 3D.

Protagonista è Michael Jackson nel ruolo di Captain Eo, un eroe spaziale che lotta per portare la libertà ai più sfortunati abitanti della galassia. Il nome Eo dovrebbe essere un adattamento della parola greca ‘eos’, ossia ‘aurora’. Il nostro eroe viaggia su un’astronave in compagnia di numerosi alieni dall’aspetto tenero e bizzarro; la sua missione consiste nel recare un dono al signore di un pianeta sconosciuto. Giunta a destinazione, però, la nave spaziale viene attaccata da un altro vascello ed è costretta a un atterraggio di emergenza. Obbligati ad avventurarsi a piedi sulla superficie del pianeta, i passeggeri finiscono ben presto catturati da un gruppo di soldati, e scortati proprio verso il palazzo del signore, una regina aliena crudele e dispotica; per lei Captain Eo e la sua strampalata ciurma improvviseranno uno spettacolo musicale: è quello il dono che dovrebbe schiudere il cuore della perfida creatura. Tra passi di danza e canzoni si consuma un duello che vedrà vincitore…

A distanza di tanti anni, cosa resta del fascino di questa attrazione, avveniristica negli anni Ottanta? Sopravvive il mito di Jacko, la sua musica, l’inimitabile grazia valorizzata dalle splendide coreografie. L’interesse per Captain Eo si è probabilmente rinnovato a causa della prematura scomparsa del cantante, alimentato dalle leggende metropolitane che sono fiorite attorno alla sua morte. Ci si dimentica i burrascosi scandali e le accuse di pedofilia che avevano macchiato la carriera già in declino del Re del Pop, si vuole ricordare un’icona e la si celebra, riesumando anche le opere minori. Poco altro è memorabile in questo video; Francis Ford Coppola ha dato il meglio di sé in ben altre occasioni, la trama è esile proprio come nella maggior parte dei musical. Tutta la pellicola è basata sul talento di Michael Jackson, nonostante la sceneggiatura sia stata scritta da Coppola stesso, insieme a George Lucas e Rusty Lemorande.

Occorre riconoscere che il monitor casalingo non valorizza affatto la bellezza delle immagini, realizzate per essere proiettate in teatri costruiti appositamente, ma gran parte di quegli effetti speciali sono oggi alla portata di film-maker amatoriali. Molti personaggi sono stati realizzati con pupazzi animati in stop motion, e sono analoghi ai protagonisti del Muppet Show, o alle creature del raffinato Dark Crystal. L’estetica è quella glamour tipica della metà degli anni Ottanta, vagamente ispirata dalla saga di Guerre Stellari o, nel caso della regina, dalle inquietanti immagini dell’artista svizzero Hans Ruedi Giger.

Non basta però avere alle spalle la bravura di mostri sacri, la bellezza di Anjelica Huston, per ottenere un capolavoro, purtroppo. Si può fabbricare un oggetto di culto per fan irriducibili, uno spettacolo kitsch fatto per essere consumato in parchi di divertimento, e in questo senso Captain Eo ancora colpisce l’immaginario di grandi e piccini, ma nulla più.

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

Questa recensione è stata edita da TERRE DI CONFINE https://www.terrediconfine.eu/captain-eo/

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