LA FAMIGLIA ADDAMS 2

E’ difficile che un sequel sia all’altezza del capostipite, specialmente se si tratta di una pellicola di grande successo. Le idee migliori quasi sempre sono state spese subito, e può essere difficile averne altre che soddisfino gli spettatori avidi di ritrovare il mood del primo capitolo. La Famiglia Addams 2 di Barry Sonnenfeld è una di queste rare eccezioni, un sequel ancora più divertente del capostipite.
Il primo film doveva recuperare l’ambientazione e i personaggi, ripresentandoli a un pubblico che nel frattempo era cresciuto e aveva iniziato ad apprezzare le atmosfere gotiche di Tim Burton col suo Edward mani di Forbice. Era il 1991 e il telefilm originale ormai era diventato un classico delle repliche nel periodo di Halloween, guardato con occhio distratto da ragazzini che attendevano di andare a far Dolcetto o Scherzetto o si godevano il bottino della cerca. Per gli adulti era uno sbiadito ricordo di infanzia, qualcosa da visionare senza dargli troppo peso. Le varie trasposizioni in cartone animato erano indirizzate ai piccolissimi, il film televisivo Halloween con la famiglia Addams del 1977 era stato un mesto ‘film da festività’. Ovvero un prodotto modesto, innocuo e scialbo come lo sono un po’ tutti quei programmi da televisione generalista che dovrebbero piacere a generazioni diverse e poi finiscono a fare da sottofondo alle mangiate. Di conseguenza la sceneggiatura de La Famiglia Addams aveva dovuto spendere buona parte della prima metà di proiezione per far (ri)conoscere gli strampalati membri della famiglia più macabra del mondo. Era necessario fare una sorta di riassunto di quanto c’era di più tipico e iconico, e dare un indirizzo a un preciso target di pubblico, quello degli adulti. In pratica era un reboot che si ispirava alla lontana al telefilm, e premeva il pedale dell’acceleratore per ritmo e atmosfera creata, con ammiccamenti al sesso sadomaso, alle pratiche bondage, all’humor nerissimo.
Il sequel arriva in sala nel 1993 3 non ha bisogno di dare tante spiegazioni, si presume che lo spettatore abbia visto il capitolo precedente e non abbia bisogno di risentire l’abbiccì per divertirsi. Quindi si entra subito nell’azione vera e propria, con la nascita del piccolo Pubert e l’odio per il nuovo arrivato da parte di Pugsley e Mercoledì. I due ragazzini cercano di fare la festa al neonato e per Morticia e Gomez l’unica soluzione è trovare una baby sitter. Dopo vari tentativi sfortunati bussa alla porta Debbie. Si presenta nel migliore dei modi, sembrerebbe la baby sitter ideale per una famiglia del genere, e la vediamo innamorarsi di Fester. Convince i genitori a mandare i due ragazzini all’esclusivissimo campo estivo Chippewa, e sposa lo zio dopo un breve corteggiamento. Purtroppo per gli ingenui Addams, la donna è una serial killer che approfitta di uomini maturi e ricchissimi, si fa impalmare e poi li elimina in modo che sembri un malaugurato incidente. Ma Fester non è un uomo qualsiasi, e i bambini chiusi nel GR.EST.  da ricchi hanno capito tutto…
Il film funziona perfettamente, esagera quanto c’era già nella prima pellicola, dalle allusioni sessuali alle gag macabre. Viene mantenuto quanto ha reso iconica la serie televisiva ed è piaciuto nel primo live action. Ogni aspetto viene rivisitato in modo da rimanere sempre ben riconoscibile, con Mano che zampetta qua e là e i giochi macabri dei figli, e con il celebre motivetto hully gully che si riaffaccia nelle scene iniziali, nel ballo in un locale esclusivo e fa capolino ogni tanto. Doveva esserci anche un brano di Michael Jackson ma il popolare cantante venne travolto dallo scandalo sulle presunte molestie ai minori e la produzione rinunciò a inserire il suo pezzo,
Anche il cast originario è mantenuto quasi al completo, poche variazioni: Raúl Julia come Gomez Addams, Angelica Houston come Morticia, Christopher Lloyd come Zio Fester, Christina Ricci come Mercoledì, Jimmy Workman come Pugsley Addamson, Carel Struycken come Lurch. Solo Judith Malina, la nonna, viene sostituita da Carol Kanee. Ci sono poi i personaggi nuovi aggiunti per esigenze narrative, Joan Cusack che interpreta Debbie Jellinsky Addams, David Krumholtz come Joel Glicker, e altri vari caratteristi molto validi. Il cast oltre ad essere azzeccato si rivela affiatato, al punto che sembra che gli attori si divertano interpretando i loro strampalati copioni.
La presenza di volti noti è valorizzata da effetti speciali di prim’ordine, impiegati in abbondanza per la natura stessa dell’umorismo macabro e grottesco. Nonostante l’esigenza di mettere in scena ambienti e azioni straordinarie, i trucchi mai sovrastano le performances attoriali e le scenografie incantano.
Il ritmo è vivace, non ci si annoia mai, a patto ovviamente di amare il tipo di comicità peculiare. La sceneggiatura stavolta è più complessa in quanto gestisce le disavventure di Fester e quelle dei ragazzi al campeggio, alternando le due narrazioni fino allo scoppiettante epilogo.
Anche in questo sequel si ride ma volendo si riflette, perché la diversità è il tema principale e ha modo di venire sviluppato nel tragico raggiro di cui Fester è vittima, e nella crescita di Mercoledì, che viene a contatto con gli altri, con i ‘normali’. Gli Addams sono come sono, non sono cattivi, ma sono naturalmente diversi dalla gente comune, anche da quella molto ricca come loro stessi sono. Oltre che miliardari e strambi, sono ingenui, e vengono facilmente ammaliati da gente come Debby, crudele per un proprio tornaconto. Fester, inesperto con le donne, brutto e impacciato, è la vittima ideale: non può integrarsi tra la gente normale perché è così diverso da ignorare quanta distanza intercorra tra un Addams e un signor Rossi yankee. Mercoledì invece vede, confronta, capisce e inizia a mettere i paletti tra sé e le leziose compagne, capisce e non si piega. Il dibattito sull’omologazione e sulla libertà di essere sé stessi è più articolato di quanto oggi ce lo ponga la propaganda woke e le leggi che obbligano il mondo dello spettacolo all’inclusione spesso forzata, con gender swap e blackwashing vari. Laddove Fester è emarginato ma si rende poco conto dall’esclusione, Mercoledì scruta e seleziona, e reagisce alla discriminazione coinvolgendo tutti i bambini che, pur essendo ‘normali’ pure si distaccano dall’immagine idilliaca. Anche i ‘non Addams’ vengono bullizzati o comunque esclusi, basta che siano grassottelli o con gli occhiali, con l’apparecchio, con disabilità, o anche ‘solo’ nerd con gusti diversi dalla media. La morale che emerge dal racconto invita le minoranze ad unirsi e a rendere almeno un po’ di quanto subiscono, mettendo i personali paletti quando occorre. Al di là dell’esagerazione, il messaggio del dover conoscere sé stessi e gli altri in modo da inserirci laddove ci si sente più affini, e non rinunciare a essere sé stessi arriva forte e senza retorica. La conseguenza è il reagire alle ingiustizie protratte ad oltranza, e accettare che esistano affinità elettive, ambienti dove possiamo avere spazio e altri in cui possiamo solamente essere spettatori nemmeno troppo graditi. Le sequenze della recita di fine campeggio sono quanto di più liberatorio possa vedere una persona bullizzata, qualsiasi sia la ragione dello scarso gradimento. Stavolta le minoranze mettono le mani sui ‘normali’ e fanno loro la festa, ribellandosi. Mercoledì ha la sua prima cotta con un giovanissimo nerd occhialuto e guida la rivolta dopo aver invano tentato la fuga. Una bimba in sedia a rotelle elettrica gira la corda per legare al palo della tortura la bella biondina abbronzata e popolare, un’altra grassoccia incendia una capanna, ci sono violenze di ogni tipo verso l’omologazione imposta dai gestori del campo estivo.
Alla fine ancora una volta i cattivi sono le persone comuni, quasi sempre chiuse nel loro mondo che è solo in apparenza cosmopolita e moderno.
Il pubblico gradì la pellicola, e pare ci fosse pronta la sceneggiatura di un terzo capitolo quando purtroppo Raul Julia ci lasciò, stroncato dalle conseguenze delle cure per un tumore che combatteva già ai tempi delle riprese di questo film. Julia era una persona carismatica, un intellettuale che portava avanti progetti per l’integrazione degli ispanici, proponeva progetti di cinema e di teatro con le scuole nelle zone più degradate degli U.S.A.ed era membro del Consiglio di New York per gli studi umanistici. L’assenza di un personaggio simile era dolorosa, non bastava la presenza dalla Houston o di Lloyd per tenere su una nuova pellicola e intanto i due ragazzini stavano crescendo, uno finendo per lavorare dietro le quinte e la Ricci lanciata verso una carriera di successo. Un recasting era di fatto improponibile, e così il progetto naufragò. Quello che uscì anni dopo, nel 1998, è La famiglia Addams si riunisce, un innocuo film televisivo distribuito direttamente in DVD. Ovviamente non ha niente a che fare con i due brillanti capitoli di Sonnenfeld, a parte il fatto d’aver come protagonista la Famiglia Addams. E’ un prequel creato per la televisione con un cast diverso, nato per rilanciare una ennesima serie televisiva che poi arriverà sui teleschermi e durerà un paio di stagioni.
Con la Famiglia Addams 2 si ride e ci si diverte con intelligenza e cuore, e si pensa non meno che con il primo film; meglio limitarsi a questi due capitoli e dimenticare l’imbarazzante reboot.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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