IL RITORNO DEL RE - un omaggio all’opera incompiuta di Ralph Bashki

Quando uscì la trasposizione a cartoni animati del Signore degli Anelli, firmata da Ralph Bakshi nel 1978, le platee non erano pronte per un’opera così innovativa. Una storia a cartoni animati con un mondo fantasy come sfondo o come coprotagonista data l’importanza dei luoghi, dei popoli, delle creature fantastiche, era una bella novità.  I tempi e modi di narrare erano adatti agli adulti, senza animaletti buffi o teneri mostriciattoli parlanti che piacessero ai piccoli. Era uno shock per gli spettatori cresciuti con Disney, con le gag slapstick di Gatto Silvestro o Tom e Jerry, con le bonarie avventure dell’Orso Yogi.
Per molti spettatori il film era brutto perché risultava cupo, deprimente… di certo era il parere di persone che non avevano letto i tre libri, e si attendevano un’innocua fiaba. Basterebbe conoscere un minimo Tolkien per sapere che la Speranza resta sempre velata dalla malinconia di un mondo eroico destinato a sparire. La Contea si salva, ma quanti l’hanno salvata sono ormai estranei alla loro patria e dovranno lasciare quel mondo. Probabilmente quanti avevano visionato il film senza conoscere Tolkien e il suo mondo sono rimasti delusi.
Avevano una parte di ragione invece quanti si lamentarono dell’incompiutezza della trasposizione.
I titoli di coda calano su Gandalf che ritorna all’assedio del Fosso di Helm, con Saruman che ancora spadroneggia, gli Ent che si stanno organizzando per attaccarlo, Frodo e Sam che procedono sempre più deboli verso il Monte Fato insieme a Gollum. Di alcuni personaggi neppure c’è traccia, in quanto si incontrano nella seconda parte di Le due torri, o nel Ritorno del Re.
Tra costi di produzione troppo alti, polemiche e pareri di critici pieni di pregiudizi, con gli spettatori impreparati e i nerd che non avevano ancora internet per radunarsi e far sentire la loro voce, l’impresa di Bakshi naufragò. Dei due film che dovevano essere realizzati, venne realizzato solo il primo, sceneggiato in modo da avere un finale aperto e un sequel obbligato. La voce fuoricampo annunciava il secondo capitolo, nella versione cinematografica; in seguito per il vhs e i dvd, un nuovo doppiaggio conclude l’opera in modo definitivo.
L’epilogo ha lasciato i fan con l’amaro in bocca, senza soddisfare quanti si attendevano un cartone animato gioioso e con un bell’happy ending. Da anni gira la leggenda metropolitana che vorrebbe il seguito realizzato e mai distribuito, conservato in qualche archivio di collezionista, però di leggenda si tratta.
I Nani da GiardInoX e la Zerouno Grafica hanno provato a completare l’opera, coordinati da Alessandro Pau. Ha diretto Il Ritorno del Re – un omaggio all’opera incompiuta di Ralph Bashki riprendendo la vicenda al punto in cui terminava il primo e unico film.
Era il 2021 e l’intelligenza artificiale era lontana dalle possibilità di appassionati desiderosi di realizzare un fan film, senza scopo di lucro. Quanto Paue il suo team portano in scena è un collage di immagini pazientemente ritagliate e riadattate dal primo film, mescolate a sequenze originali con un nuovo doppiaggio. Alcuni personaggi si ritrovano con l’estetica ‘canonica’, come Barbalbero, gli Orchi, Eowyn, Gollum…. altri sono stati disegnati appositamente poiché compaiono solo in questa ultima parte della vicenda, ad esempio Faramir, Denethor, le anime del Sentiero dei morti, Shelob. Altrettanto accade con le ambientazioni, come Minas Tirith, la tana di Shelob, il Monte Fato... La bravura dell’animatore è stata quella di riuscire a copiare l’estetica del cartone animato, inventando luoghi e personaggi coerenti con lo stile di Bakshi. Gli stessi titoli di apertura usano il carattere tipografico del poster.
Sono servite oltre 1500 ore di lavoro per poter mettere insieme uno spettacolo di un’ora.
In svariate occasioni il film di Peter Jackson "Il Ritorno del Re" è servito da ispirazione diretta, ed è stato usato come modello per il disegno, come era avvenuto col rotoscope usato da Bakshi.
Il risultato parla al cuore, in quanto l’impegno è evidente, e la passione non manca, però il risultato estetico è vistosamente artigianale. Alcune parti sono ben integrate, un montaggio furbo minimizza le sbavature e si potrebbe davvero credere di aver per le mani il sequel. In altre sequenze i personaggi tremolano o hanno prospettive incompatibili con i fondali. Questo problema emerge soprattutto verso il finale, e nelle poche scene d’azione, che sono o vistosamente riciclate, o sminuite da un tratto abbozzato.
C’è da dire che questo è un fan film creato per passione, senza possibilità di lucrarci sopra; fa vedere come si possa, con impegno, far nascere qualcosa di valido. Chissà, magari se ci fosse un crowfunding riuscito, potrebbe esserci un remake interessante, anche sfruttando l’intelligenza artificiale.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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