LA FAMIGLIA  ADDAMS  SI RIUNISCE

La Famiglia Addams è un telefilm iconico, tanto che periodicamente torna sullo schermo, in repliche della serie classica o con nuove produzioni. All’inizio degli anni Novanta vennero realizzati due film di successo, mai divenuti trilogia a causa della prematura morte di Raul Julia. Fu allora che la casa di produzione Saban acquisì i diritti d’autore e decise di riportare la famiglia più goth in televisione. Per introdurre la serie fu girato un film televisivo, La Famiglia Addams si riunisce, trasmesso e poi distribuito direttamente in DVD.
In questo nuovo capitolo la Famiglia Addams non ha il terzo bambino visto alla fine del secondo film. Si tratta quindi di un reboot, anche se presuppone negli spettatori la conoscenza almeno basilare dei personaggi della serie. Il tempo speso per far conoscere i vari membri infatti è esiguo, e dopo qualche gag che farebbe ben sperare, inizia la storia vera e propria.
Gomez scopre che i suoi genitori hanno il ‘Morbo di Walzaimer’, malattia senile che li porta a comportarsi come gente comune, interessandosi di sport popolari e di musiche pop. Per cercare una cura Gomez si rivolge ad un’agenzia specializzata nel tracciare alberi genealogici e organizzare raduni familiari: spera che tra i suoi congiunti qualcuno abbia qualche esperienza di malanni o sia uno stregone. Pur pagando cinquemila dollari si trovano ad avere un servizio scadente dalle conseguenze atroci. Le lettere inviate a tutto il clan riportano il cognome Adams invece che Addams. La famiglia si troverà spedita in un ridente albergo specializzato in meeting, affollato di gente ricca ma con stili di vita molto comuni, mentre una coppia di Adams, per un errore analogo, finirà dritta in casa Addams…
Dimentichiamoci pure l’humor nero che pervadeva le vecchie serie e pure le pellicole. Questo film televisivo ha le ristrettezze proprie dei telefilm, e fin qui sarebbe anche comprensibile ed accettabile, in fondo anche la serie iconica aveva lo stesso problema economico. Purtroppo nel telefilm anni Sessanta la povertà era compensata da gag davvero macabre, mentre il film televisivo ha qualche miglioria tecnica in più rispetto al lontano passato, ma ne ha smarrito completamente lo spirito. Ci sono parecchi elementi che contraddistinguono la famiglia, dalla cassetta delle lettere dotata di bocca e lingua al coccodrillo da guardia, ai giochi estremi dei due bambini, a qualche dialogo amoroso a base di morte e catastrofi. Sebbene ci siano queste caratterizzazioni, manca l’humor macabro di un tempo. Sembra che il target dei possibili spettatori sia rivolto a bambini piccoli o a spettatori molto ingenui, o a chi vuole assistere ad un intrattenimento facile facile mentre magari svolge tutt’altra attività.
La trama è esile, un ennesimo scambio di persona che dovrebbe far ridere ma è una comicità vecchia di oltre duemila anni, rimasta ferma a Plauto e agli equivoci. Per carità, sono espedienti antichi che funzionano anche oggi, ma risultano troppo diversi dall’umorismo degli Addams e stonano. C’è qualche gag più vicina allo spirito originario, all’inizio della pellicola, in modo da presentare brevemente la femme fatale Morticia, il ricco marito Gomez, Mercoledì e Pugsley con i loro giochi macabri, la nonna…e poi si parte con la comicità americana tipica. Dal momento in cui la macchina da necroforo degli Addams lascia il cancello della dimora neogotica, sembra di entrare in una sitcom realizzata con qualche dollaro in più e qualche risata di sottofondo in meno.
Viene usato come set un resort di lusso simile ad una casa di riposo per ricconi per quasi tutta la pellicola. Le parti relative alla coppia mandata a casa Addams sono esigue, e per quanto diano l’illusione di tornare davvero alle atmosfere amate, sono pochi minuti sulla durata totale e creano una sproporzione.
Se il maggiordomo Lurch in piscina o i giochi dei bambini possono strappare ancora qualche sorriso, il resto proprio ingrana male.
L’aria scipita è accentuata dalla fotografia monocorde, da telefilm pomeridiano, e dalla colonna sonora che quasi dimentica il famoso hullygully per coro orchestra e schiocco di dita in favore di musiche anonime, per tacere degli effetti speciali nati in povertà e invecchiati male.
Conosciute o previste con lungimiranza le caratteristiche di questo film televisivo, Anjelica Huston e Christopher Lloyd rifiutarono a ragione di riprendere il ruolo. Raul Julia era prematuramente deceduto, mentre Christina Ricci e Jimmy Workman erano cresciuti troppo per tornare nei panni dei due bambini. Ci fu un recasting completo, e anche questa esigenza non ha favorito la continuità con i due film ben conosciuti dal pubblico. Il Gomez interpretato da Tim Curry è strepitoso, ma è l’unico aspetto positivo in una pellicola che non riesce neppure ad essere brutta, tanto pare anonima. Daryl Hannah come Morticia appare scialba, quasi non credesse neppure lei al progetto di rilanciare la famiglia tenebrosa ma avesse accettato la parte perché le era capitata e pecunia non olet. Gli altri membri della famiglia hanno solo qualche gag, a parte i due bambini, a conferma della vocazione all’intrattenimento dei giovanissimi.       
A questo film televisivo seguì la serie La nuova famiglia Addams, e ci fu un ennesimo recasting, anche se doveva essere il seguito diretto del film televisivo. Gli episodi riprendono parecchie puntate della trasmissione storica e le aggiornano… o piuttosto le edulcorano privandole della verve macabra di un tempo, con intrecci e gag adatti anche  ai piccoli e qualche effetto speciale in più. C’è voluta Mercoledì con le sue avventure tra cultura pop e cinefilia, col suo target teen che non esclude però l’adulto, a ridare vita al mondo degli Addams.
Se la famiglia Addams si riunisce è un ricordo sbiadito dei tempi che furono, non è colpa del regista David Payne che aveva lavorato col maestro dell’horror di Serie B Roger Corman, e che avrebbe voluto insistere con atmosfere dark, quanto dei produttori che non gli hanno dato retta.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

 

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