THE SANDMAN

Sandman detto anche Morfeo è il Signore dei Sogni, così come lo ha immaginato Neil Gaiman nell’omonima graphic novel. Vive in una dimensione parallela insieme a tutto quanto è stato immaginato dagli uomini durante il sonno. E’ un Eterno, ovvero un’entità primigenia che incarna un aspetto dell’Universo. E’ meno potente di una divinità, ma non per questo meno necessaria. L’universo, per restare in equilibrio e non frammentarsi finendo risucchiato dall’entropia, deve fare i conti con i sette Eterni, ovvero Destino, Sogno, Morte, Distruzione, Disperazione, Desiderio e Delirio. L’uomo, per avere un proprio equilibrio interiore, deve rapportarsi con Sogno: è nelle Terre del Sogno che nascono le ispirazioni artistiche, le invenzioni, i desideri più autentici. Quando un occultista da strapazzo prova a imprigionare la Morte pur di riavere il proprio figlio e invece cattura Morfeo, la realtà smette di essere quella che conosciamo. Per molti anni l’Eterno resta rinchiuso nella prigione incantata; quando finalmente riesce a liberarsi, deve recuperare i suoi tre oggetti magici, e riorganizzare il suo regno.
La miniserie Sandman è composta da undici puntate che adattano con estrema fedeltà i primi due cicli narrativi del fumetto, Preludi e notturni e Casa di bambola. La sceneggiatura è dello stesso Gaiman, coadiuvato da David S. Goyer e Allan Heinberg.
La trasposizione segue il fumetto con fedeltà, ritoccando soltanto quegli aspetti che avevano a che fare con personaggi destinati ad avere spin off propri – come John Constantine  – o di proprietà della DC Comics, la casa editrice nota per Batman. Oppure si autoimpone alcune variazioni di etnia o di genere, come oggi è consuetudine.
E’ molto particolare ed anomalo lo sviluppo della narrazione: di solito le serie distribuiscono una storia completa dal primo all’ultimo episodio della stagione, concludono almeno la vicenda principale, e semmai lasciano aperte una o più sottotrame. Nel caso di Sandman il ciclo narrativo si concluderebbe con la quinta puntata. Morfeo liberato riesce a recuperare il suo elmo, il sacchetto con la polvere magica, l’amuleto. Con essi ricostruirà il suo Regno… e a quel punto poteva esserci un bel The End, se non fosse che è passato di moda concludere i film con quella scritta rassicurante. E non a caso: ogni vicenda può continuare, o essere interrotta senza neppure godere di un finale, se così decreta il gradimento del pubblico. La storia di Morfeo infatti prosegue, con avventure che gettano luce sul complesso universo degli Eterni. Le puntate successive alla quinta alternano storie sviluppate nei singoli episodi a miniserie. La vicenda dell’uomo che non volendo morire viene accontentato e va ad incontrare l’Eterno una volta ogni cento anni in una taverna, le avventure della Morte che empatizza con le sue vittime prima di prenderle con sé, la Musa prigioniera, la gatta siamese che desidera la rivolta dei felini sono pregevoli stand alone. Le puntate dedicate al Vortice invece sono una sorta di miniserie nella miniserie. Cambia anche lo stile narrativo: la ribellione dei mici è un pezzo di animazione splendido quanto differente dal resto del racconto.
La struttura della stagione è quindi decisamente anomala, benché sia molto fedele al fumetto: lo stile è quello della graphic novel, ovvero di fumetti che narrano storie autoconclusive, o comunque con un determinato numero di capitoli. Prevedono vicende sviluppate in più albi e libere dalla ciclicità che fa concludere ogni avventura al punto di partenza o quasi. Vengono considerati prodotti d’Autore, in quanto sono realizzati da un team molto ristretto di sceneggiatori e disegnatori. Una buona parte del pubblico ancora oggi può essere poco preparata a questo modo di narrare, in quanto è abituata a albi che prevedono una serie di uscite a scadenza regolare, con personaggi che ritrovano identici a sé stessi ad ogni mese e sono disegnati da tantissimi professionisti che si alternano. Per questo tipo di lettore, Sandman resta un osso duro, e così anche gli altri albi impostati in modo analogo, occidentali o orientali. Non è possibile trasformare il personaggio abbastanza da renderglielo accessibile, non senza trasformarlo e snaturarlo. Sandman, o Morfeo che dire si voglia, è l’opposto di quanto di solito si intende per super eroe, anche di un antieroe come Batman o Loki. Certamente ha poteri straordinari, è un Eterno, ma ha un corpo aggraziato ed esile, con un’estetica dark che rifiuta aderenti costumini da trapezista o muscoli ipertrofici. Oltre ad essere esteticamente l’opposto del grosso dei super eroi, anche il carattere è distante dai soliti paladini della giustizia. Sandman difende l’equilibrio, proprio come la Morte: perché l’umanità possa vivere necessita di sognare, e lui farà di tutto perché le sue Terre del Sogno possano tornare a fiorire. Se nel percorso qualche innocente muore – o gli succede di peggio, perché nell’universo di Sandman c’è di peggio che morire – può dispiacersene, e considerare il dramma individuale come parte del prezzo da pagare pur di raggiungere l’equilibrio. E’ ovvio che le persone abituate ai super eroi dotati di una moralità tradizionale faticano ad entrare nella logica narrativa di un personaggio come Sandman. La difficoltà permane anche cambiando il mezzo narrativo, poiché è dovuta alla natura intimista dell’eroe, e al fatto che si parla di manifestazioni concrete di entità astratte. Anche se avessero diviso la stagione in due miniserie, anche se avessero scelto un attore più carismatico per il protagonista, la natura di Sandman avrebbe continuato ad imporre un modo diverso di raccontare e anche di recepire le storie. A proposito di interpreti, il bel Tom Sturridge assomiglia al bravissimo scrittore Neil Gaiman più che all’eterea presenza del Signore dei Sogni o al leader dei Cure, e non appare sempre espressivo quanto il personaggio disegnato. Nei fumetti le sue battute sono scritte in bianco su fondo nero, e il balloon è di forma irregolare, proprio per differenziarlo dai mortali. Può darsi che la poca espressività dello sguardo e la rigida compostezza dei movimenti sia uno dei modi possibili per tradurre in immagini quei balloon, ma la scelta non è di immediata comprensione e quindi perde efficacia, soprattutto se si guarda la serie in italiano e ci si perde la stupenda voce originale. Molto bravi invece i comprimari, nonostante i tanti cambi di genere o di etnia non sempre motivati e in qualche caso dannosi. In particolare  Morte è diventata nera quando sarebbe dovuta essere una ragazzina molto pallida, minuta, con occhi truccati e abiti dark anni ’90. Il carattere resta immutato, ma il cambio di etnia impedisce alcune citazioni dalla mitologia classica, e non mi pare il massimo in una serie che trae spunti proprio dal folclore di tutto il mondo. Dobbiamo dire addio alla Morte bianca ed è un peccato perché comunque il bianco in molte culture è il colore associato al lutto. L’essere minuta e androgina la avrebbe avvicinata alla Morte dei  miti del Nord… L’hanno spogliata di tratti fisici che avrebbero richiamato aspetti attribuiti alla Morte, e  le hanno negato anche le caratteristiche attribuite alla Morte dai popoli dell’Africa, o da altre etnie non europee: è una bella ragazza di colore, espressiva, e umanissima.  Probabilmente è il cambiamento che mi è dispiaciuto di più, perché Johanna Constantine compare in punta di piedi ed esaurisce rapidamente il suo compito. John Constantine ha la sua serie, Johanna assomiglia ad una rapida citazione, gli altri Eterni hanno poche efficaci battute, e così  gli altri personaggi siano essi delle Terre del Sogno o delle Terre della Veglia. Tutti compaiono più volte, intrecciano brevemente le loro esistenze con quelle di Morfeo, compreso il Paradiso dei Marinai e il Corinzio, John Dee, e lo stesso Lucifero. Morte invece è un personaggio importante, con qualche storia autonoma, e soprattutto: di ‘cattivi’ possono essercene tanti, e sconfitto uno se ne fa un altro, ma di Morte ce ne è una sola, anche se ogni popolo ha le sue idee su come debba sembrare... Infine ci sono  cambiamenti che  incidono poco sul risultato, sono solo fattori estetici che personalmente non mi hanno disturbato, proprio come Caino e Abele Indiani,  o la Bibliotecaria donna e nera al posto del Bibliotecario dai capelli rossicci. Sono trasformazioni probabilmente accettate da Gaiman in vista di una migliore distribuzione della sua serie, altrimenti ostacolata dalle nuove leggi che impongono di includere minoranze non solo dietro le quinte, ma in scena, anche quando il phisique du role imporrebbe tutt’altro.
Le trasformazioni sono rese canoniche dal fatto che è l’Autore ad aver detto sì, e contento lui dovrebbero essere contenti tutti, almeno in teoria. Gli adattamenti forse non sono piaciuti nemmeno allo stesso Autore, che ha potuto scegliere tra accettare i compromessi e magari scegliere quali tra le tante modifiche avrebbero nuociuto di meno, o rinunciare a far arrivare il personaggio sugli schermi. Preoccupazioni probabilmente solo formali, poiché nononstante le concessioni alle regole scrirtte e non scritte la serie mantiene un’estetica tutta sua, sublime e poco commerciale.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

La recensione è stata edita su questo sito nel 2023

LEGGO ALTRA TELEVISIONE

HOME