GOOSEBUMPS - PICCOLI BRIVIDI serie vecchia

La collana Piccoli Brividi ( Goosebumps) è un piccolo classico della letteratura per l’infanzia, divenuto negli anni Novanta  un fenomeno editoriale pari a Harry Potter. Creata da Robert Lawrence Stine nel 1992, si compone di diversi cicli di racconti, quasi tutti autoconclusivi e solo in parte tradotti in Italiano. Sono storie che spaziano dall’horror al weird, con un numero di pagine abbastanza ridotto e un lieto fine non sempre assicurato. La brevità e lo stile semplice hanno conquistato i giovani lettori di ieri e quelli di oggi.
Il grande successo ha portato ad una trasposizione televisiva andata in onda in Canada e negli Stati Uniti d'America dal 1995 al 1998. Il telefilm è stato trasmesso anche in Italia su diversi network. Benché accolto più tiepidamente che oltreoceano, tanto che oggi è abbastanza difficile reperire gli episodi in formato dvd e bisogna affidarsi ai canali di streaming, è rimasto nei cuori dei ragazzi di allora.
Le quattro stagioni, per un totale di ben settantaquattro episodi di circa ventiquattro minuti, sono antologiche come i libri e ne ricalcano le vicende quasi sempre con fedeltà alle pagine. La presenza dello stesso scrittore ad aprire e chiudere i racconti, sulla falsariga dei cameo di Sir Alfred Hitchicock nella serie Alfred Hirchicock presenta.. garantisce l’aderenza agli scritti  o almeno che le modifiche siano state approvate dall’Autore. I romanzi trasposti non riproducono tutte le uscite della prima serie, ma spaziano in tutta la produzione di R.L.Stine, includendo anche testi non disponibili nelle librerie italiane.
Sono storie semplici, dirette da esordienti o mestieranti della televisione. Ci sono maschere di Halloween capaci di impadronirsi del corpo e della personalità di chi le indossa, fantasmi vendicativi infestano case d’epoca, ci sono mummie che si animano, pupazzi da ventriloquo parlanti. Non mancano gli scienziati pazzi e molte situazioni ricordano per temi gli horror per adulti.
Sulle vicende aleggia un certo moralismo  puritano, forse necessario per far accettare in America una serie horror che per quanto castigata ha momenti paurosi per un piccolo. Come accade nei libri, anche sullo schermo il finale può essere tragico: la sconfitta dell’avversario può costare cara ai protagonisti, oppure la vittoria non è definitiva. Quando il male ha il sopravvento, è quasi sempre il contrappasso per un comportamento crudele o sciocco.  La lezione è un ammonimento a comportarsi in modo giusto ed altruista. Ovviamente non ci sono parolacce, e le scene paurose sono prive di particolari splatter, sangue o viscere. Le sequenze più raccapriccianti restano fuori scena e se ne sentono rumori e urla.
In compenso c’è  tutto l’immaginario tipico della cultura americana e della provincia. Molti bambini godono di un’autonomia sconosciuta ai ragazzini di oggi di città, permessa loro dal fatto che vivono in paesi piccoli dove circolano poche auto, tutti si conoscono, e teoricamente in quelle quattro strade messe in croce non dovrebbero esserci pericoli. Spesso ci sono situazioni familiari, come le recite scolastiche, la festa di Halloween, il campeggio. Ci sono atmosfere analoghe a quelle create da Ray Bradbury per Il Popolo dell’Autunno, echi di Stephen King, rivisitazioni della letteratura per l’infanzia statunitense.
La sceneggiatura va all’essenziale, prevede dialoghi semplicissimi e scene essenziali, con un sapore vintage che ricorda i grandi classici di Ai confini della Realtà e The Outher Limits.  3756779819
Tutte le puntate  hanno il ritmo lento tipico delle produzioni televisive, con qualche momento di tensione distribuito in modo da introdurre la pause pubblicitarie.
Sono interpretate quasi sempre da volti sconosciuti, ragazzini inesperti, a parte qualche cameo di attori del piccolo schermo che di solito danno il volto a genitori e ai pochi personaggi adulti previsti.
Gli effetti speciali sono rozzi, e che i mezzi a disposizione siano molto limitati è ben evidente anche negli allestimenti dei set. Si vedono cimiteri con lapidi di cartapesta, case dismesse scelte tra le tante che sono state abbandonate nei paesini della provincia americana, set allestiti in studio, maschere e trucchi che oggi troveremmo in qualsiasi market cinese nel periodo di Halloween… Sembrerebbe un prodotto di serie B, e in parte lo è, è un creepypasta per preadolescenti che è invecchiato male per gli aspetti formali, mentre come contenuti resta attuale, tanto che ci sono stati alcuni film e verrà proposta in tv una nuova serie, stavolta ispirata ai lavori di R.L. Stine invece che ad un preciso libro.
Pur con i tanti limiti, le storie si rivolgono ai piccoli spettatori senza bamboleggiamenti, trattandoli come se fossero adulti, ed è grazie a questo atteggiamento che sono rimaste nel cuore di molti.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

La recensione è stata edita da questo sito. Se la volete adottare contattiamoci per lo scambio dei link

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