DOCTOR WHO - FAN FILMS

Doctor Who FanFilm – il progetto

Doctor Who è un personaggio iconico della cultura britannica, la serie è stata trasmessa dalla BBC a partire dal 1963, con una pausa del 1989 al 2005 interrotta solo da un film per la TV. In Italia negli anni Ottanta ci fu un primo tentativo di proporlo, infruttuoso poiché trasmisero pochi episodi delle stagioni con Tom Baker  in orario pomeridiano, senza le dovute spiegazioni sulle caratteristiche del protagonista. Quando le serie più recenti sono arrivate sui nostri teleschermi il risultato è stato molto diverso, il Dottore si è conquistato un pubblico, sempre di nicchia ma attivo nei social con tanto di fan club.
Non sorprende come nei Paesi di lingua Inglese siano state realizzate anche serie e film fatti da appassionati. Alcuni sono molto ingenui poiché gli effetti speciali hanno ostacolato i progetti degli appassionati e la recitazione è quella di volenterosi ragazzi non sempre all’altezza del ruolo. Ovviamente l’ambientazione impone effetti speciali e costumi scenografici, anche se possono essere ingenui come erano in passato o non superlativi come lo sono oggi. Il telefilm si basa soprattutto sui protagonisti e sui loro sentimenti, più che sul voler sorprendere gli spettatori con trucchi verosimili.
Il protagonista è un alieno e viaggia nel tempo e nello spazio a bordo del TARDIS, una macchina a forma di vecchia cabina telefonica della polizia inglese. Quando muore, il corpo brilla di luce dorata e cambia aspetto pur mantenendo i ricordi, consentendo così di alternare attori diversi. Nei suoi viaggi cerca di aiutare le persone che sono in difficoltà, spesso confrontandosi con razze aliene.
La fan serie realizzata dalla DW2012 Dynamic Works è una delle più famose e riuscite, nonostante la genesi e il percorso realizzativo tormentato.  Newman iniziò a girare i fan film nel 2012, in quell’anno pubblicò la prima serie e nel 2013 riuscì anche a far uscire lo speciale per il 50esimo. All'epoca era ancora un adolescente e anche i suoi collaboratori erano molto giovani.  La qualità degli episodi non era il massimo, sebbene fosse buona considerando l’età e l’inesperienza del gruppo di ragazzi che l’avevano realizzata. Con gli anni Newman è maturato artisticamente, ha deciso di eliminare le prime serie e girarle daccapo. Nel 2019 ha iniziato a diffondere Doctor Who: Remastered. In questo remake la trama rimane quasi uguale a quella proposta precedentemente, ma il copione è stato migliorato e aggiornato agli sviluppi che ha imboccato la serie ufficiale, i set sono più curati e ci sono trucchi di scena più efficaci, oltre a oggetti di scena quanto più fedeli a quelli mostrati in TV.
Le puntate oggi visibili sui canali di streaming seguono da vicino lo stile dell’originale e cercano di inserirsi nella trama narrata dalla  serie canonica. Ci sono quindi citazioni di personaggi, avversari ed eventi previsti dagli sceneggiatori ufficiali almeno fino a 2019. Colpisce subito la meticolosa ricostruzione del Tardis, realizzato con pezzi originali acquistati dalla BBC e gli effetti speciali che accompagnano la trasformazione sono abbastanza simili a quelli usai per i Dottori del New Who, le serie create dopo il 2005. Non siamo ai livelli del telefilm ovviamente, e la semplicità degli allestimenti si rende evidente col procedere delle puntate.
I costumi sono di raso economico e cartone oppure riciclano oggetti d’uso comune e compaiono maschere e parrucche  degne di un Carnevale di paese. Le sale della Cittadella di Gallifrey sono addirittura una chiesa con tanto di ceri, stazioni della Via Crucis e statua della Madonna; i corridoi del Tardis sono muri candidi con… piatti rovesciati, gli alieni indossano protezioni da motocross, mantelli di raso e abiti in similpelle e maschere in lattice o plastica. Quanti hanno conosciuto le puntate con Tom Baker nei panni del Quarto Dottore si troveranno a casa: l’ estetica retrò ricorda le serie classiche, quelle con i parassiti alieni fabbricati con la plastica da imballaggio con  le bolle tinta di verde e i Dalek simili a bidoni dell’immondizia armati di sturalavandino.
In contrasto con l’evidente ingenuità degli ambienti e dei costumi, la qualità delle sceneggiature è generalmente alta, con un ritmo narrativo vivace e paragonabile in tutto e per tutto alla serie originale. Le avventure seguono più o meno la struttura degli episodi classici, con un avvenimento misterioso e il Dottore che entra in azione accompagnato dalla ragazza che lo ha soccorso nel primo capitolo, Jess Whitehouse, o di Megan Williams. Non si tratta tuttavia di semplici stand alone, episodi autoconclusivi magari sviluppati in due o tre episodi come era avvenuto nella serie classica, poiché ci sono elementi che ricorrono come i portali verso altri universi, le parti di scultura di pietra, e personaggi quali il Maestro, Davros, la misteriosa Violet che si ritrovano nel corso delle avventure.
Lo spirito dei fan film è lo stesso che anima la serie televisiva, con la differenza che i temi sociali  presenti e talvolta preponderanti nelle ultime stagioni ufficiali sono lasciati in sottofondo. Il tono delle avventure rimane comunque adulto, poiché le battaglie civili sono sostituite da riflessioni filosofiche non scontate. Un giovanissimo può scoraggiarsi davanti alla povertà dell’allestimento e si annoia a sentir parlare di sensi di colpa e morte. L’adulto invece può ricordare gli anni d’oro della serie classica, oppure metabolizza le motivazioni che stanno dietro all’estetica  forzatamente spartana, e come accade a teatro, astrae e valuta la recitazione e la vicenda. Lo spettatore è comunque appagato, certo di ritrovare in Luke Newman e nel successore Dominic G.Martin una delle possibili incarnazioni del suo eroe.
E se non bastassero, l’universo previsto dalla DW2012 Dynamc Pictures  prevede anche altri Dottori, sviluppati in altre serie parallele ( Velocity, Fractured Timelines…).
La passione di questo giovane autore e dei suoi collaboratori risulta evidente, e va dritta al cuore degli Whovians.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

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