LA FAMIGLIA ADDAMS - serie animata Hanna & Barbera
E’ difficile trovare spettatori che non conoscono la Famiglia Addams, magari solo per sentito dire. Una delle ragioni che consentono alla celebre macabra famigliola di tornare periodicamente in televisione o al cinema è il fatto che è sempre rimasta nei cuori degli spettatori grazie a repliche, remake, live action o film di animazione, serie a cartoni animati e tanto merchandising appropriato.
Nel 1972 la serie originale si era ormai conclusa, pur tornando periodicamente sui teleschermi grazie a repliche. Il cartone animato di Scooby Doo invece andava forte, e nel terzo episodio della seconda stagione fu organizzato un crossover indimenticabile. Scooby Doo incontra la Famiglia Addams (Wednesday Is Missing), è una puntata che mette in luce le potenzialità della macabra famiglia. Incoraggiati dal successo di quell’episodio, gli Addams torneranno sullo schermo, in una serie animata prodotta dalla Hanna-Barbera e trasmessa l’anno dopo.
Gli episodi realizzati sono solo sedici, una stagione, e durano circa venticinque minuti ciascuno. Lo stile grafico riprende direttamente quello usato nelle vignette di Charles Addams, con un Gomez per niente aitante, una Morticia ispirata alle femme fatale del vecchio cinema horror, Pugsley biondo. I personaggi sono disegnati con linee essenziali, sono bidimensionali, e gli sfondi sono ridotti al minimo anche per gli standard ultra spartani della Hanna-Barbera. Da sempre la casa produttrice ha basato il suo successo su cartoni animati seriali, caratterizzati da un tratto molto semplice, da colori vividi, e nei casi migliori, da gag da slapstick. Il target di spettatori è quello di bambini abbastanza piccoli e quindi i personaggi sono ben riconoscibili, le loro avventure molto lineari e spesso anche di breve durata. Era difficile attendersi un salto di qualità verso uno stile visivo artistico e autoriale da parte di una casa di produzione specializzata nel realizzare tante serie ogni anno, spendendo il meno possibile e talvolta centrando il successo.
Anche nella serie della Famiglia Addams ci sono sequenze ripetute identiche in più episodi, con un doppiaggio diverso. Nella versione originale i doppiatori sono in parte gli attori del vecchio telefilm, mentre in Italia tutto questo si perde con una traduzione funzionale, con un lessico semplice e senza troppi fronzoli. Nella prima traduzione i nomi italiani degli Addams erano molto diversi da quelli che conosciamo oggi: i coniugi Mortirio e Mortiria, i loro figli Nottolo e Nottola, la Nonna e lo Zio Ulcera, e il loro maggiordomo Bruto. Gli animali da compagnia sono un avvoltoio, un coccodrillo, un leone e una piovra.
Anche la scelta di fare la serie a colori piuttosto di mantenere un bel bianco e nero sminuisce l’atmosfera, avvicinando questa serie alla solita produzione della Hanna-Barbera.
La serie si rivolge a un pubblico di bambini, e di conseguenza le sceneggiature adeguano le battute e le situazioni macabre a quell’età che precede l’adolescenza. Le varie vicende hanno una complessità che scoraggia i più piccini, poiché in venticinque minuti di trasmissione qualcosa deve pur accadere, ma un adolescente e un adulto si annoiano con l’umorismo innocuo e bambinesco e con le storie ripetitive. La serie televisiva era per adulti e ammiccava anche ai bambini, con intelligenza toccava parecchi tabù in modo tale che l’adulto capisse la trasgressione e un piccolo vedesse nella famiglia solo dei mostriciattoli simpatici e strampalati. Con la serie Hanna & Barbera è diverso, dopo i dieci anni le avventure diventano scialbe, risultano poco emozionanti, e faticano a catturare l’attenzione: in due parole, sono off limit. Raramente ci sono momenti di satira sulla violenza delle grandi città o sul governo, o accenni alla vita di coppia di Morticia e Gomez. Le risate vengono suscitate dai bizzarri poteri dei vari familiari, o dai vari gadget presenti nella bizzarra casa su ruote, o dagli strambi animali domestici, o dall’ingenuità del capofamiglia, tanto ricco quanto naif e pronto a farsi ingannare. Talvolta le risate sono incluse nel sonoro, come accade in molte sitcom. Dopo aver visto per l’ennesima volta Gomez ingannato dal truffatore di turno, l’interesse svanisce, a meno di essere bambini e voler rivedere la solita situazione con lo stesso spirito con cui si attende che il genitore racconti per l’ennesima volta la solita fiaba.
In questa serie gli Addams vanno in vacanza in giro per l’America a bordo di un camper che sembra una cadente villa vittoriana e che è più grande dentro rispetto a come non appaia vista da fuori. In ogni puntata visitano una diversa città: New York col Central Park, Nashville con la sua musica, Indianapolis con le corse d’auto, New Orleans con il Mardi Gras, le Hawaii… Ogni avventura più o meno ripete il solito schema, con la famiglia che arriva e spaventa la gente comune, e presto viene avvicinata da lestofanti che regolarmente circuiscono l’ingenuo Gomez vendendogli beni pubblici, come il Central Park con lo zoo o un museo. In qualche caso i pataccari sono sostituiti con criminali veri e propri, ma anche qui, dato il target d’età basso, non si possono rappresentare killer e maniaci vari. L’humor nero tipico della serie va a farsi benedire e quindi più o meno si ripete la stessa musica per sedici puntate. Alla fine gli imbroglioni vengono sempre smascherati ma gli Addams sono così ingenui da interpretare gli inganni come motivati gesti di amicizia, e ripartono verso nuove mete senza rendersi conto di essere stati beffati.
Equivoci e gag fanno ridere le prime volte, tuttavia dopo qualche puntata la solita minestra stufa anche i piccoli, e la serie non riesce a diventare iconica. Per i bambini magari può essere il primo incontro con gli Addams, per gli altri, un modo per mantenere vivo l’interesse per i personaggi, un’operazione di marketing riuscita a metà.
Cuccussette vi ringrazia della lettura.
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