LA SQUADRA DEI SORTILEGI

“Quando la polizia giudiziaria si arresta davanti all’impossibile, all’incredibile, al sovrannaturale, entra in scena Guillaume Martin Paumier, capo della squadra dei sortilegi [in originale, brigade des maléfices]. Sherlock Holmes della magia, Maigret della stregoneria moderna, esperto in scienze occulte, a tu per tu con l’invisibile, l’ispettore Paumier non disdegna alcuna strada che conduce verso l’impensabile.” 

La voce fuori campo presenta in questo modo un investigatore ‘sopra le righe’, antesignano del celebre Dylan Dog. Nel corso di sei episodi, l’estroso Paumier aiuta il commissario Muselier e la polizia parigina a risolvere quei casi che sfuggono alle metodologie di indagine tradizionali. Accompagnato dal collaboratore Albert, affronta sparizioni misteriose, vampiri, fantasmi…

La serie, composta da sole sei puntate, risale al 1971 e fu trasmessa in Italia dalla RAI nel 1976. La sua visione genera emozioni contrastanti, fa sorridere per l’ingenuità di alcune trovate e suscita meraviglia per il soggetto tanto originale e per le citazioni cinefile. La narrazione ha i modi garbati delle buone produzioni televisive del periodo, è stata realizzata con mezzi contenuti e interpretata da bravi attori. Poche sono le location parigine immortalate, gran parte delle riprese è avvenuta in studio. Rispetto al gusto attuale, la narrazione è lenta, tuttavia i movimenti della macchina da presa sono meno prevedibili di quanto ci si potrebbe aspettare, la fotografia appare curata, le scene esibiscono mobili e oggetti di design, il montaggio rifugge alcune facili soluzioni. Le colonna sonora, composta da Jorge Milchberg e Armand Migiani, include partiture di gusto progressive e jazz.

Ogni episodio è autoconclusivo, e ci porta indietro nel tempo, come se si entrasse in un negozio di buon modernariato. La Squadra dei Sortilegi rappresenta un esempio di televisione creativa, che sperimenta e desidera esplorare le potenzialità del mezzo, senza pregiudizi, anche se, a distanza di quaranta anni, questa serie può apparire datata risentendo dei gusti della platea di allora: spettatori meno smaliziati, pronti ad accostarsi ingenuamente alle incursioni nel mistery, nel fantastico e nel thriller soprannaturale. Eventuali paragoni con le fiction moderne sono improponibili, perché oggi quasi sempre si seguono i dettami dell’auditel, ci si affida a esperti di comunicazione, si prediligono soggetti collaudati e si raggiungono standard simili a quelli di un film a basso costo.

Il nostro riuscito mix anni Settanta di horror, sovrannaturale, poliziesco e commedia può apparire naïf, se rivisto oggi con sguardo disincantato.

Il protagonista potrebbe aver ispirato Dylan Dog: vive in uno studio tra scaffali colmi di oggetti esotici, collabora con la Polizia per i casi inspiegabili, è dotato di una certa bonaria e disillusa ironia, confida nell’intuito ed è ottimista, sorseggia the e viaggia su un mezzo d’epoca, un sidecar, ha un assistente buffo e donnaiolo…

Paumier risolve le indagini confidando nelle proprie conoscenze di leggende e occultismo, senza fornire spiegazioni razionali vere e proprie. Attempato ma dotato di una certa eleganza estrosa, usa il ‘quinto senso e mezzo’ in supporto al suo sapere, e si muove con sicurezza senza temere il confronto con Muselier. Quest’ultimo segue invece metodi di indagine consueti; prestante e competente, è costretto a rivolgersi a Paumier quando si scontra con situazioni in cui la logica deduttiva fa cilecca.

La caratterizzazione del protagonista e dei comprimari è azzeccata benché essenziale: le puntate durano una cinquantina di minuti e sono poche per poter giocare su una maggiore introspezione. Paumier compare sulla scena lo stretto indispensabile, limitandosi alle sequenze necessarie a risolvere i misteri. Anche il suo assistente Albert resta spesso in disparte, mentre molto spazio viene lasciato alle vicende degli avversari.

Proprio come nel noto fumetto di Sclavi, ci sono incursioni nel passato e le citazioni cinefile sono parte integrante delle avventure. I misteri prendono spunto da leggende medievali e da miti moderni, adattati con humour. L’atteggiamento nei confronti del sovrannaturale è bonariamente ironico; la finzione narrativa richiede alla platea di accettare per veri i fatti, l’umorismo smorza la credulità, e un tocco di poesia ammicca ai sognatori.

Un profondo amore per il cinema d’autore trasuda dalle sequenze. Le vicende sono state ideate da Claude-Jean Philippe – sotto lo pseudonimo di Claude Nahon – e da Claude Guillemot, quest’ultimo anche sceneggiatore. Jean-Claude Philippe ha scritto diversi testi di storia del cinema, e le avventure reinterpretano in chiave mistery i classici del grande schermo. Ne ‘Il Lago delle Fate’, per esempio, è impossibile ignorare le somiglianze con Blow up, nelle disavventure del fotografo che immortala la sua modella dai capelli rossi e poi scatta foto inquadrando qualcosa di sfuggente.

La Squadra dei Sortilegi è stata proposta nei palinsesti come una produzione destinata ai teenager: una discutibile operazione di marketing. Se è vero che la silhouette da Santa Claus del protagonista è rassicurante e le vicende avvicinano il sovrannaturale alle famiglie con toni da commedia, è altrettanto vero che solo uno spettatore cinefilo può apprezzare pienamente le citazioni e le battute. Un adolescente viene attratto dal mistero, ma ritrova sullo schermo personaggi adulti, e i ruoli puramente ‘estetici‘ sono sempre affidati a camei di personaggi secondari. Restano delusi anche quanti si attendono inseguimenti e sparatorie sulla falsariga di Attenti a quei dueSimon Templar, oppure Organizzazione U.N.C.L.E. Le indagini sono affidate all’arguzia piuttosto che ai muscoli, e rispetto a serial come Ai confini della realtà gli elementi horror o sovrannaturali sono molto edulcorati.

Il ristretto target di spettatori e la difficoltà di imbastire trame originali rispettando tempi e costi di produzione probabilmente decretarono la fine prematura della serie. Calò così il sipario dopo quelle sei puntate indimenticabili, oggi ricordate con affetto dai fan di una televisione che non c’è più.

 

Cuccussette vi ringrazia della lettura.

Questa recensione è stata edita da TERRE DI CONFINE  https://www.terrediconfine.eu/la-squadra-dei-sortilegi/

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